I venti anni nella vita di Paul che Mia Hansen-Løve ha deciso di raccontare in Eden sono quelli tra la maggiore età e l’essere adulto, dai 18 ai 38 circa, dal sogno di fare il DJ nella scena garage parigina (la medesima dei Daft Punk che nel film compaiono ovviamente interpretati da due attori) fino all’esigenza di equilibrio nella propria vita. Non c’è molto altro in questo film da due ore e 10, come capita ai film che raccontano un momento nella vita di un essere umano le svolte e i rivoli della trama sono quelli che appartengono alle esistenze di chiunque, drammi e gioie che possono essere straordinarie solo per chi le vive. Su tutto ciò Mia Hansen-Løve getta una fantastica luce autunnale, per donare ad ogni momento l’impressione che nessuno sforzo sia mai sufficiente e che le aspettative per un grande domani siano sempre superiori alla realtà.

Il risultato è un film dotato di una forza particolare, datagli dalla sua calma, non è furente come La vita d’...