I tuttofare, la recensione | Locarno74

Il set-up è semplicissimo: Moha è un immigrato marocchino a Barcellona che risponde all’annuncio di una società di manutenzione a domicilio, serve qualcuno che sostituisca il vecchio Pep che sta per andare in pensione. Da subito però Moha non va a genio a quello che dovrebbe essere il suo collega, Valero, a cui già non piace che non sia spagnolo. Ha sei giorni di prova per dimostrare di poter fare questo lavoro. Noi seguiamo di giornata in giornata le peripezie dei due, totalmente ordinarie, di lavoretto in lavoretto, dentro appartamenti e case, accanto a persone e nuclei familiari diversi, osservando sfaldarsi e ricomporsi ogni volta il loro rapporto.

La qualità di I tuttofare non è di quelle che possono trovarsi nella trama, è una dolcezza davvero fuori dall’ordinario che emerge con molta calma ma conquista, avvolge e riscalda. È nel petulante e fastidiosissimo Valero come nel muto Moha, nell’irascibile Pep e nella quotidianità di queste persone...