La recensione del documentario di Netflix Sly, sulla vita e la carriera di Sylvester Stallone, disponibile dal 3 novembre

Tutto si può dire a Sylvester Stallone ma non di essere intellettualmente disonesto. In Sly si capisce chiaramente quanto abbia bisogno di essere sempre in controllo di ciò che fa, anche quando è solo attore, cioè non è lo sceneggiatore, non è produttore e non è regista. Era in un certo senso in controllo agli inizi, lavorando di improvvisazione nelle piccole scene che gli venivano concesse e lo è sempre stato nella sua carriera. Quindi lo è anche qui, in un documentario su di sé, diretto da Thom Zimny ma prodotto da Stallone stesso per Netflix. Una sorta di risposta in quasi tempo reale alla serie documentaria (anch’essa per Netflix) di Schwarzenegger.

Sly è un monologo di Sylvester Stallone, solo saltuariamente interrotto da qualche intervento esterno di amici e fan (ovviamente Arnold Schwarzenegger, rimasto in modalità “un uomo e il suo sogno” dalla sua serie, m...