La recensione di Three Thousand Years Of Longing dritta dal festival di Cannes

È probabile che chiunque altro avesse tentato di realizzare Three Thousand Years Of Longing avrebbe finito con il girare un film di una noia insostenibile. Ambizioni, presupposti, perfino genere e idee che animano il film sono quanto di più soporifero il cinema moderno possa concepire. Vago negli intenti (parlare della forza delle storie nel plasmare vita e desideri lungo la storia dell’umanità fino al nostro presente tecnologico), pieno di ramificazioni nella pratica (è continuo di storie dentro storie) e privo di un intreccio forte anche se comunque traboccante di grandi amori lungo i secoli, questo nuovo film di George Miller è nondimeno un’esperienza piacevole, un grande raccontone fatto con la maestria dell’affabulatore e la fantasia dell’artista delle immagini che si può godere come una storia attorno al fuoco.

Delle favole (o meglio delle grandi storie tradizionali) ha i personaggi, in primis il Djinn...