La recensione di Un silence, presentato alla Festa del cinema di Roma

Comincia come un puzzle, Un silence. Tanti fatti, poche informazioni, un clima di grande incertezza. Sembrerebbe l’inizio di un buon mistery, ma si capirà presto come i vuoti e le pause siano l’espressione di una narrazione che gira spesso a vuoto, tutt’altro che intrigante. Una storia di abusi che non ha il coraggio di scavare a fondo dei propri temi, posizionandosi su binari consueti e tutto sommato rassicuranti. E che quando metterà a posto i suoi tasselli risulterà ben poco interessante.

La trama ruota attorno a un noto avvocato (Daniel Auteuil) impegnato in un processo difficile, proprio quando il cognato fa emergere oscuri segreti dal suo passato, mettendo a dura prova l’uomo, la moglie, (Emmanuelle Devos), che tace da troppo tempo, e il loro giovane figlio, anch’egli vittima del padre. Il regista Joachim Lafosse torna a raccontare complessi legami famigliari, ma il risultato è ben dist...