La recensione di Una femmina, al cinema dal 17 febbraio

Sud Italia. Crimine organizzato. Donne. Anzi femmine, perché a Una femmina interessa moltissimo la contrapposizione di gender, cioè gli atteggiamenti che i sessi devono avere gli uni nei confronti degli altri e la gerarchia che esiste. La femmina più protagonista è una ragazza che non ci sta a questo sistema e si ribella con un amore. Non “per amore” ma “con un amore”. All’ennesimo sopruso, omicidio, violenza e umiliazione qualcosa scatta. L’idea ovviamente è che gli uomini abbiano un atteggiamento battagliero e duro e che questo nasconda il suo opposto, mentre le donne, se si ribellano, sono il sesso forte.

Francesco Costabile prende questa trama che poteva essere un revenge movie come anche qualcosa di più d’azione (fughe, piani, rivolte, lotte tra clan, incendi…) e lo raffredda, utilizza tantissime tecniche del cinema horror, più che altro grazie al sonoro ma in certi casi rubando anche sguardi e volti, asciugandoli di tutta l...