Parecchie attrici rimangono legate a personaggi virili e saghe d'azione spinta, poche riescono a lasciare il segno e darsi davvero alla causa. Kate Beckinsale appartiene a quest'ultima categoria (di cui Sigourney Weaver è la regina e Milla Jovovich la grande erede).

La saga di Underworld l'ha persa per un capitolo, il terzo, che agendo da prequel ha fatto ordine nell'intricata trama narrando dietro le quinte, motivazioni e svolgimenti di alcuni momenti nell'origine del conflitto tra Vampiri e Lycann, e ora la ritrova, quarantenne, inguainata nel latex nero nel capitolo più secco e asciutto. E dà il suo meglio. Il successo e la forza di questa saga ha di certo molto a che vedere con l'incrocio della tematica e della tempistica (unire, in questi anni, lupi mannari e vampiri ha del geniale), ma senza Kate Beckinsale e con lei il grande Michael Sheen a dare credibilità e vera epica, Underworld sarebbe rimasta serie B.

In questo quarto fi...