La nostra recensione di Unlocked, disponibile su Netflix dal 17 febbraio

Nell’ondata di J-Horror a cavallo degli anni 2000 uno dei temi preponderanti era la minaccia che derivava dalla tecnologia: in The Call di Takashi Miike la morte arrivava a partire dalle chiamate sul cellulare da parte di uno sconosciuto. Vent’anni dopo, Unlocked traspone questa tendenza in Corea e cerca di aggiornarla alla contemporaneità, tra smartphone social, guardando ancora di più a un pubblico universale.

Na-mi (Chun Woo-hee) perde il suo cellulare in strada tornando a casa dal lavoro. Questo viene recuperato da un misterioso ragazzo, Jun-yeong (Yim Si-wan) che, prima di restituirglielo, ci installa uno spyware. Così, comincia a scoprire tutti i dettagli sulla sua vita privata e a seguire i suoi spostamenti, decidendo di avvicinarla. Nel frattempo, una serie di omicidi portano il detective di polizia Ji-man (Kim Hie-won) sulle tracce del figlio da tempo lontano da casa.

Riflettere oggi sulla ...