L’ermellino del titolo è quello della tonaca da giudice, il set del film è infatti un tribunale, i protagonisti sono i membri della giuria e per l’appunto il giudice, il tempo sono solo 3 giorni, tre giorni per (forse) cambiare la propria vita. Ci sono tutti i presupposti per un film leggero e piacevole in L’hermine, anche un umorismo dosatissimo che non lo fa mai sconfinare nella commedia pura mantenendolo con il piede in due staffe, indeciso tra ridere e sostenere la propria rigidità. Come il protagonista, giudice per l’appunto e in procinto di divorziare, che di colpo si ritrova nella giuria di uno strano caso di infanticidio una donna per la quale aveva perso la testa solo pochi mesi prima senza mai dichiararsi.

Christian Vincent si è guadagnato la partecipazione in concorso al Festival di Venezia forse proprio perchè su quest’impianto rifiuta pedissequamente di seguire la traccia della commedia rosa più semplice e cerca sempre di usare questa struttur...