Questura di un piccolo villaggio tibetano: un uomo di età indefinibile, dopo aver allattato con un biberon la capretta che trasporta in una sacca di tela, recita a memoria un lungo e articolato discorso di Mao al popolo, sotto lo sguardo inizialmente perplesso ma ammirato di un ispettore. Così inizia Tharlo di Pema Tseden (in concorso nella sezione Orizzonti di Venezia 72), amaro racconto di formazione incentrato sulle (dis)avventure di un pastore, Tharlo detto Treccia, che ha una memoria eccezionale per tutto, meno per ciò che riguarda se stesso. In un andirivieni tra le suggestive montagne dove vive col suo gregge e lo squallore urbano della provincia di Qinghai (entrambi mirabilmente immortalati da una fotografia in bianco e nero che è il maggior pregio del film), l’uomo scoprirà piaceri e dispiaceri della vita, in una progressiva perdita dell’innocenza che lo porterà a mettere in discussione la propria natura di “uomo buono”.

Tharlo è la storia di un progres...