Niente rovina un buon film come una storia vera. Non che Le due vie del destino fosse destinato ad essere un gran film, determinato com’è a non urtare niente a non abbattere obiettivi secondari nella sua corsa verso il finale ma ossessionato dal passare continuamente sopra i medesimi punti (il trauma della guerra, l’insopportabile, il perdono…), tuttavia l’esigenza di essere in linea con la vera vita di Eric Lomax e Takeshi Nagase ne appiattisce ancor di più la profondità.

Pulito ed ordinato come si conviene il film prima si sforza di dare un senso al casting di Nicole Kidman (il suo personaggio non avrebbe quasi nessuna economia nel racconto ma un lungo prologo ne amplia la parte) e poi viaggia avanti e indietro con la memoria per rievocare gli orrori passati con cui il protagonista deve avere a che fare nel presente.
Prigioniero in un campo militare giapponese durante la seconda guerra mondiale, Eric Lomax viene torturato perchè i giapponesi si sono convinti c...