E’ chiaro che se nel film di De Palma non si spara, nei capitoli successivi volano invece fiumi di proiettili. Per rimanere in piedi il franchise ha dovuto, negli anni, ricorrere anche a una giostra composita di cliché e di topoi narrativi dell’action più sicuri e navigati. Ma il motivo per il quale il pubblico attende ancora e con trepidazione la sesta avventura dell’agente Hunt è perché Mission: Impossible, tra alti e bassi, non si è rassegnato all’idea che fare chiasso sul grande schermo possa essere una soluzione narrativa: l’ultimo capitolo, diretto da Christopher McQuarrie (e largamente anticipato per non competere con Spectre), è stata l’ulteriore dimostrazione che la chiave per far rimanere nella testa del pubblico un action movie è la direzione del cast. Fatto questo, entra in gioco l’astuzia equilibrata dell’autore dello script de I Soliti Sospetti. Riprendendo le vicende della storica serie del 66-73, con il Sindacato come elemento chiave della vicenda, McQuarrie ha ...