Charlie’s Angels è su MTV Amazon Prime Video

Attenzione perché questo pezzo parla del passato. Che non significa sia un pezzo nostalgico, ma solo che per parlare di un film come Charlie’s Angels, uscito vent’anni fa che sembrano un secolo, ci sono due modi. Si può provare ad attualizzarlo e rileggerlo sotto la lente del presente, e vi assicuriamo che non ne uscirebbe benissimo. Oppure si può provare a ricontestualizzarlo e a capire come abbia fatto una serie a suo modo storica a essere trasformata in quello che, con il senno di poi, assomiglia più a una raccolta di videoclip che a un film vero e proprio.

Hey now, you’re an all-star

Non è che sia una rivelazione sconvolgente: prima di debuttare al cinema proprio con Charlie’s Angels, Joseph McGinty Nichol detto McG si era fatto un nome come regista di alcuni dei più famosi video passati in heavy rotation su MTV tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila. Fly degli Sugar Ray, Pretty Fly (For a White Guy) degli Offspring, la mematissima All Star degli Smash Mouth… tutti video che vengono dalla sapiente mano di McG, che d’altra parte non era certo il primo a compiere il salto dai video per MTV al cinema (ricordate per esempio che questo è diretto da David Fincher).

Lucy Liu

Il punto è che, forse più di chiunque altro, McG fece il minimo indispensabile per adattarsi al cambio totale di linguaggio; prese le sue sensibilità da regista per MTV e le trasportò pari pari sul set di Charlie’s Angels, e gestì le sue tre superstar come performer e ballerine prima ancora che come attrici. Il risultato è che guardare Charlie’s Angels è come piazzarsi sul divano e passare un pomeriggio su MTV. In particolare sulla MTV dei primi anni Duemila, che stava cominciando la transizione verso una nuova identità editoriale, più varia e non più legata esclusivamente alla musica.

Charlie’s Angels e MTV

Nei primi anni Duemila, MTV non voleva più essere solo una radio con le immagini, com’era stata con grande successo per i primi vent’anni della sua vita. Già ai tempi dei primi lavori di McG per l’industria musicale, MTV stava cominciando ad allargare la sua programmazione, con talk show, programmi di approfondimento, ma anche serie TV, cartoni animati, l’inclassificabile Celebrity Deathmatch. Stava diventando un intero edificio culturale, non più solo un’emittente. C’erano ancora i classici video, ovviamente, avevamo appena scoperto Britney Spears e Christina Aguilera e c’era quindi ancora spazio per quello specifico incontro tra musica e cultura dell’immagine che prevedeva la brandizzazione di un’artista tramite cortometraggi musicati di tre/quattro minuti. Ma c’era anche altro, quell’altro che con gli anni si sarebbe poi allargato al punto da inghiottire completamente la parte musicale.

Cameron

Ecco, guardare Charlie’s Angels oggi per una persona che ha vissuto (e da adolescente) quegli anni è come salire su una macchina del tempo, e in versione migliorata perché senza le pubblicità di mezzo. Non è neanche un film vero e proprio, o se lo è strutturato talmente male da confondere chiunque. Curiosamente, assomiglia molto al primo atto del Suicide Squad di David Ayer, quell’infinita sequenza di scenette scollegate e accompagnate ciascuna dal suo pezzone pop/rock d’ordinanza che sembravano una playlist di Spotify trasformata in film; Charlie’s Angels regge questa particolare identità per la sua intera durata, è una collezione di gag solo vagamente collegate da una trama altrettanto vagamente bondiana, ma che sono in realtà una scusa per celebrare le tre protagoniste.

Tutti pazzi per

C’è da dire che Cameron Diaz, Lucy Liu e Drew Barrymore sembrano divertirsi tantissimo, e abbracciare l’assurdità di questo film nel quale interpretano tre agenti segrete capaci di fare tutto, dotate di forza e agilità sovrumane e che comunque, qualsiasi cosa facciano, sono sempre sexy, provocanti, aggressive e qui e là ai confini con il soft porno. Si potrebbe qui discutere per qualche ora di male gaze e oggettificazione, ma è probabile che vi basti questo video (e il modo in cui è presentato) per farvi un’idea della situazione anche se non avete mai visto il film. Non c’è dubbio però che le tre Angels siano perfettamente a loro agio nei ruoli, e che l’80% del fascino nel film consiste nello scoprire quale costume sexy e vagamente appropriativo dal punto di vista culturale indosseranno nella successiva scena sexy per quanto potenzialmente imbarazzante (e non fate finta che lo yodel non vi abbia fatto digrignare i denti).

Charlie's Angels Angels

Fa sorridere pensare che McG sarebbe disposto a girare un nuovo Charlie’s Angels oggi, sempre con Diaz, Liu e Barrymore. Fa sorridere perché il progetto richiederebbe un clamoroso cambio di paradigma, e avrebbe bisogno per esempio di una vera sceneggiatura, oltre che di un aggiornamento ciclopico dell’umorismo. Certe opere vanno lasciate lì dove sono, perché sono nate in un momento culturale molto preciso, e vanno semmai rivissute come esperienze archeologiche: ecco com’eravamo nel 2000, ci racconta Charlie’s Angels, quando MTV stava avvicinandosi ai film e i film stavano avvicinandosi a MTV. Come diceva quello, “dovrebbe stare in un museo”, non a piede libero.

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