Choose Or Die è la pietra tombale sull’era degli horror con trama tecnologica

Forse siamo arrivati alla fine della corsa del cinema di tecnologia maledetta.

E va bene così.

Probabilmente ci saranno ancora tantissimi film in cui computer, telefoni e quant’altro sono il veicolo per una maledizione, ossessionano i personaggi magari uccidendoli, ma siamo arrivati probabilmente al termine della fase in cui uscivano lungometraggi buoni da questi spunti, in cui c’era qualcosa, nella società, da intercettare attraverso la paura. Del resto tutto nasce con The Ring (giapponese e poi americano) e quell’ondata di j-horror in cui i demoni si attivano con dispositivi elettrici o elettronici, fanno telefonate, scrivono sms. Gli horror in screencasting degli ultimi tempi (sulla scia di Unfriended) avevano fatto pensare che potesse esserci una seconda giovinezza ma Choose Or Die ci mette una pietra sopra. Definitivamente.

Qui è un videogioco a far scattare il maligno, e ci sarà anche ad un certo punto tutta una spiegazione così precisa, così accurata e così “scientifica” nel mettere in relazione codice binario e male ancestrale da suonare realmente ridicola (sul serio? sul serio “abbiamo ridotto la maledizione in sequenze da 8 bit”?). Era semmai più interessante la presa in giro degli anni ‘80, come vediamo all’inizio quando Eddie Marsan (una particina per lui, ma importante) ossessionato dal vintage e quindi anche dal retrogaming che inizia una partita a CURS>R, videogame testuale sotto forma di avventura a scelta multipla. Solo che le scelte influiscono sulla realtà. Lui copierà il gioco e lo diffonderà.

 

choose or die

 

Questo ci introduce alla vera protagonista, ragazza dalla vita non facile, con amico smanettone, che sarà agganciata dalla maledizione che obbliga al gioco mortale e come sempre dovrà risalire all’origine per liberarsene mentre intorno a lei la gente muore a grappoli in modi violenti. Choose Or Die dismette ben presto le sue idee più interessanti, non ha interesse nel cogliere le implicazioni più complicate e soprattutto si disinteressa del contesto o anche del fatto (ad esempio) che i suoi personaggi cruciali vivono tutti in contesti derelitti, che giocare a videogiochi o interessarsi a questioni informatiche è una pratica che fa guadagnare il disprezzo o ancora che il retaggio del passato, la mania di scoperchiare artefatti d’epoca è ciò che causa i problemi.

Nel momento decisamente migliore di un film che anche quando vuole mettere paura non ha idee e dimostra di non conoscere proprio la grammatica dell’orrore, il grande Eddie Marsan (sprecatissimo anche qui come troppo spesso accade) dirà un “Fuck the 80s?!?” di eccezionale sbigottimento. Quella battuta in sé, da sola, per come è detta e quando arriva è l’apice di senso di un film che non può che essere puro escapismo ma che, suo malgrado e per nostra sfortuna, fa male anche quello. Un film che vorrebbe farsi franchise (e magari ce la farà pure) ma che non ha niente della capacità che hanno gli horror migliori di usare il cinema per rappresentare una paura, atterrire, divertire o anche solo scuotere un po’.

Choose or die è disponibile in esclusiva su Netflix.

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