Quando un film da $200 milioni di budget ne incassa solo $219 è considerato un flop.

Quando oltre all’insuccesso commerciale si aggiungono critiche ferocissime e un sostanziale disinteresse del pubblico, allora si può chiamare tutto questo un “super flop”. E quando, anni dopo, l’attore protagonista crea una scena apposta per sfottere il momento in cui ha ricevuto la sceneggiatura di quella pellicola sbagliata… beh, questo si può definire un goffo tentativo di ripulire la propria carriera a lungo plasmata dall’insuccesso. Questo è Lanterna Verde, e questo è Ryan Reynolds: un attore in cerca di personaggio per anni, capace di farsi amare proprio per aver preso parte ad alcuni dei cinecomic più brutti di sempre. Un rilancio sul fotofinish che ha dato i suoi frutti, ma che non ha fatto dimenticare alcuni dei vertici più bassi.

C’è ben poco da salvare di Lanterna Verde. Certo, in qualche modo fu precursore di drammi produttivi ben noti in casa DC\Warner che, a confronto, questi sembrano bazzecole. Il regista Martin Campbell ebbe però il suo bel da fare con lo studio. C’erano le solite divergenze creative radicali, differenti idee sul tono, la lunghezza e il carattere del personaggio. La versione che arrivò in sala era mutilata secondo il volere della produzione. Mancava in particolare di una drammatica scena di apertura che avrebbe caratterizzato meglio il personaggio di Hal Jordan e dato un tono diverso.  

La peggiore discussione che ho mai avuto è stata con gli executive Warner per Green Lantern.” Ha detto recentemente Martin Campbell unendosi al coro di lamentele verso lo studio già composto da Zack Snyder e David Ayer. Per vedere il suo cut del film però i fan non hanno dovuto sforzarsi più di tanto, dal momento che nello stesso anno di uscita venne rilasciata in Blu-Ray una versione estesa di Lanterna Verde. Anche quella non era un gran ché, a dirla tutta. 

A dieci anni di distanza, il film continua a suscitare molte ironie (come dicevamo, Reynolds stesso getta benzina sul fuoco) e qualche mea culpa. Questa volta da parte del regista stesso, come dichiarato recentemente a ScreenRant:

Il film non ha funzionato. È questo il punto, e ne sono in parte responsabile. Non avrei mai dovuto farlo. Io amo Bond e ben prima di girare il film mi sono visto tutti i suoi film. I film di supereroi invece non sono cosa per me, e per questo motivo non avrei dovuto dirigerlo. Ma i registi devono sempre prendersi la responsabilità dei fallimenti. Come si dice? Il successo ha molti padri, il fallimento ne ha uno. E quello sono io.

Pubbliche fustigazioni a parte, è chiaro che il problema di Lanterna Verde sta a monte: una produzione partita all’impazzata senza avere una sceneggiatura solida solo per rispettare la prevista data di uscita. Un comparto visivo ambizioso che abbondava di CGI senza però avere la tecnologia sufficiente e il tempo per rendere le strabilianti immagini credibili. La prima cosa che infastidisce del film è infatti quel senso “plasticoso” di oggetti che sono in scena, ma non sono veramente lì. Tutto è girato con la massima svogliatezza, nel modo più costoso (e quindi spesso più semplice) possibile. C’è tanta voglia di vendere giocattoli e quindi di presentare un sacco di personaggi alla rinfusa. I caratteri non importano, basta che cambi la forma.

La grande distruzione finale è una grande apocalisse generica e banalissima. I comprimari dimenticabili (nonostante la presenza di un giovane Taika Waititi). Le battutine simpatiche sono, appunto, simpatiche. Niente di più. Non riescono mai a costruire uno stile ad Hal Jordan, come invece facevano bene con Tony Stark.

È questo il punto: Lanterna Verde è un film creato in fretta e furia per seguire e replicare il modello Marvel che, pochi anni prima nel 2008, era esploso con Iron Man. Un film per famiglie, dall’alto tasso spettacolare, ma anche luminoso, leggero e godibilissimo in ogni momento. Hollywood dovrà battere la testa contro quel muro molte volte prima di capire che è un proposito per nulla semplice da raggiungere. Nel 2011 -ingenuamente- non sembrava il frutto di una grande competenza su tutti i reparti e di equilibrio quasi scientifico.

Ma cosa sarebbe successo se, invece, Lanterna Verde fosse stato un successo? Non un capolavoro, ci immaginiamo uno sviluppo simile a quello realmente esistente, ma se fosse stato un film profittevole, amato dal pubblico e capace di generare dei seguiti?

La prima ipotesi che ci sentiamo di fare è che, probabilmente, sarebbe cambiato tutto del mondo DC. Niente JokerZack Snyder’s Justice League. Avremmo probabilmente già avuto un film su Flash dal tono simile a quello su Lanterna Verde, magari con una comparsa proprio di Hal Jordan. La direzione sarebbe stata quella di un “MCU 2.0” composto da film singoli per poi unirsi in una Justice League molto più simile a quella pensata da George Miller (e che vi abbiamo abbondantemente raccontato qui). 

Poco sarebbe cambiato alla rivale Marvel che, forse, avrebbe sfruttato maggiormente i toni potenzialmente cupi degli ultimi due Avengers per distanziarsi dalla rivale. Al contrario di quanto accaduto nella realtà. È inoltre probabile anche che sarebbe iniziato qualche anno prima tutto il viaggio nella Marvel cosmica, dato che un successo del film di Martin Campbell avrebbe rotto molti dubbi sui supereroi in giro per lo spazio. 

Nel mondo DC invece un successo di Lanterna Verde avrebbe impostato un modello che avrebbe potuto dare consistenza all’universo, perdendo però tutti gli elementi distintivi visti negli ultimi anni. 

Il flop di Lanterna Verde ha infatti creato varietà. Ha dimostrato che non basta adattare delle strutture di successo, ma occorre avere un’idea ben precisa sul tono e sulle diramazioni degli eventi in un mondo più vasto della singola pellicola. Ha messo la DC in difficoltà e di fronte a una scelta: scegliere il percorso più realistico e ambizioso iniziato da Nolan con la trilogia del Cavaliere Oscuro, o quello del divertimento ad alto tasso di effetti speciali? C’è da dire che, anche dopo avere scelto la prima direzione, è sempre rimasto nello studio un retro pensiero. Un pentimento, quasi, che ha spesso portato ad atti finali tutt’altro che “maturi”. Nel finale di Man of Steel, ma anche Batman v Superman e Wonder Woman sembra di vedere una certa nostalgia di quel terzo atto di Lanterna Verde, così esagerato e “CGI driven”.

La storia avrebbe assunto meno importanza. Gli studios si sarebbero convinti che il successo deriva dal maggior tasso di spettacolarità. Chi può dirlo, forse sarebbe iniziata una “guerra” di seguiti e di rilanci esplosivi alla Transformers che avrebbe tarpato le ali ad uno sviluppo intelligente di questi mondi. 

Senza il flop non avremmo avuto nemmeno Deadpool, dato che Reynolds sarebbe stato impegnato nei molti sequel e crossover che avrebbe vissuto il suo Hal Jordan. La carriera dell’attore sarebbe oggi molto diversa. Meno irriverente, meno ragazzaccio simpatico e autoironico, ma una star convenzionale, affascinante e influente. Niente Maximum Effort e quindi niente incursione nel mondo del marketing per l’attore. Sicuramente anche in questo universo alternativo ci sarebbe stata sua relazione con Blake Lively. 

Per quanto riguarda i costumi fatti a computer probabilmente non sarebbe cambiato molto. Sappiamo che spesso viene migliorato digitalmente l’aspetto delle “uniformi” con dei ritocchi digitali. Una tecnica abusata nel film, ma poi adottata con più parsimonia in molte opere recenti.

Sarebbero invece esistiti film come Fantastic 4 di Josh Trank e The Amazing Spider-Man 2. Anzi, forse sarebbero arrivati anche prima, cercando di seguire il trend inaugurato dalla coppia Reynolds\Campbell. Probabilmente gli autori con una personalità forte, uno stile distintivo, ci avrebbero messo qualche anno in più per capire le potenzialità del genere e dedicarsi senza freni.

Non tutti i mali vengono per nuocere. Un esempio è proprio il flop di Lanterna Verde. A dieci anni da quel disastro su tutti i fronti i molti suoi difetti non scandalizzano più. Viene spontaneo invece riguardarlo come segno di un’epoca di grande incertezze per il cinecomic, dove stava cercando di scrollarsi di dosso il passato degli anni ’90 per abbracciare la maturità proposta da film come Spider-Man 2 e Il cavaliere oscuro. Il botteghino ha così indirizzato il mercato. Ha sconvolto il mondo DC tanto da azzopparlo per parecchio tempo, ma ha anche smosso le acque dimostrando che non serve solo il budget per fare un successo. Serve pianificazione, buona scrittura, e la capacità di parlare a un pubblico trasversale.

L’esplosione dei supereroi è merito di Iron Man, degli Avengers, di Batman… ma anche di Lanterna Verde, la cui caduta ha sortito più effetti di quello che avrebbe fatto il suo successo.

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