Freaks, il nostro speciale sui 90 anni di un film divenuto un classico dell’horror

Tod Browning era uno dei registi migliori della Hollywood che usciva dal muto. Aveva diretto nel 1931 un Dracula che ancora oggi è eccezionale e nella crescente mania del cinema di paura e di mostri era diventato una garanzia. Il pubblico era affamatissimo di horror, gli studios volevano monetizzare questo desiderio e per questo, immediatamente dopo Dracula, diedero a lui Freaks, il film che ne distrusse la carriera.
Tagliato irrimediabilmente (i negativi sono stati distrutti), massacrato dalla critica, trascurato dal pubblico, odiato dalla produzione, bandito per 20 anni nel Regno Unito, proiettato per la prima volta in Italia negli anni ‘80 (dopo una proiezione eventi a Venezia nel 1962). Nessuno era contento di quel film. Ci sono voluti 30 anni per riscoprirlo e farlo diventare subito un classico proibito, con edizioni home video non eccezionali e un’aura di cult imbattibile. Per decenni è stato il film per antonomasia avanti rispetto ai propri anni e ancora oggi la maniera ambigua di parlare e relazionarsi all’altro è avanti.

Come i film migliori horror Freaks è così ambiguo e potente nel creare immagini che con il cambiare dei tempi muta il proprio significato e negozia di continuo un rapporto con la morale vigente. Ci pare molto duro con i disabili oggi e invece era incrediblmente vicino a loro per gli anni ‘30, in una maniera che è difficile da comprendere per noi. Si pensi solo che nel lot della MGM in cui veniva girato alcuni impiegati dello studio avevano protestato per il fatto che ci fossero dei veri disabili (quelli che interpretano i freak) o anche solo delle gemelle realmente siamesi, che si aggiravano lì assieme a loro. Erano infastiditi dalla presenza e dalla promiscuità con i disabili anche se questi erano lì per lavoro. Protesta che portò ad una scelta di segregazione, cioè fu data ai disabili una tenda tutta loro dove stare quando non dovevano girare. Questo per dire di come potevano essere visti all’epoca.

 

uomo senza gambe

 

Erano anni in cui i diversi e le minoranze erano sempre i villain nei film (in testa a tutti gli indiani nei western) e questo invece era un film in cui i cattivi erano gli abili, mentre i disabili erano i buoni. O almeno quasi buoni. Diciamo la parte con cui lo spettatore empatizza e con cui si immedesima. Nel film i freak sono presi in giro e umiliati da tutti, anche dai loro compagni di circo (quelli abili) e creano una comunità tutta loro come risposta, sono estremamente coesi, fedeli e leali gli uni con gli altri. Tutto il film è tempestato di scene che ci mostrano il loro lato sentimentale e la maniera in cui si aiutano a vicenda, contrapposti ovviamente alla dark lady trapezista che ordisce la truffa ai danni di Hans. Il nano.

 

bere dal piede

 

Bronwing però fa un salto ancora più avanti di così, perché al momento di massima empatia, quando l’amore del nano per la trapezista sta per essere infranto (e noi lo sappiamo fin dall’inizio che è un trucco di lei per raggirarlo), tutti quegli stessi sentimenti positivi, alti e buoni che avevano animato i freak, vengono spinti un pochino più in avanti e dentro di noi fanno un altro effetto. Quando cominciano a gridare insieme “Una di noi” stanno accettando la ragazza nella loro comunità, una che abbiamo visto è fatta di fedeltà e mutuo soccorso. Eppure quell’immagine eccezionale dei freak che gridano “Una di noi” ci fa passare immediatamente dalla parte di lei, è un’immagine di festa ma deforme che pesca qualcosa dentro di noi di spaventoso anche se animata da sentimenti positivi.

 

freaks inseguimento

 

Lo stesso vale per l’altrettanto famosa scena dell’inseguimento sotto la pioggia, un gioiello di regia, composizione e ritmo, in cui i freak, buoni fino a quel momento, decidono di vendicarsi delle umiliazioni subite e strisciando con il coltello in mano si avvicinano alla loro vittima. Lo fanno, ancora una volta, per lealtà nei confronti di Hans, per un senso di giustizia fatta da sé che era (e spesso ancora è) un classico dei protagonisti positivi americani e per punire le persone che gli hanno fatto male. Eppure è chiaro come Browning li inquadri, come delle minacce spaventose. Per tutto il film non ha fatto che sottolinearne lo spirito mite e gentile (con una bellissima origin story nel bosco piena di natura e felicità), non ha fatto che metterli sotto la luce migliore possibile e alla fine si apre all’ambiguità portando alle estreme conseguenze questi sentimenti e quindi finendo per dire anche qualcosa su di noi, che li accettiamo fino a che sono inermi ma quando si avvicinano troppo o quando lottano per sé ci mettono paura.

 

freaks inseguimento 2

 

Dal momento in cui è stato rivalutato Freaks è diventato un classico alla base di tantissimo cinema horror, perché sa creare paura a partire dalle immagini, rappresentando qualcosa che ci somiglia ma fino ad un certo punto, corpi non ortodossi, teste a punta, arti mancanti, altezze sbagliate, congiunzioni di carne. È tutto disturbante ma in maniera sottile, con in più l’evidenza di realtà, il fatto che sappiamo e vediamo che sono corpi reali, e non effetti speciali da set. Il freak buono ma non per questo meno spaventoso è quello che sta dietro a moltissimo cinema di mostri anni ‘80 (che poi è quello fatto da cineasti che sì sono formati nei ‘60, quando Freaks era tornato in auge). L’ambivalenza del corpo che non è proprio come il nostro, sentimentale da un lato ma inevitabilmente spaventoso e pericoloso dall’altra.

 

siamesi bacio

 

E dire che tutto partiva da una storia breve ancora più dura del film, una in cui il matrimonio tra il nano e la bella ragazza abile si celebra ma in cui ancora il disabile è il villain. Accade infatti che il nano, canzonato una notte per la sua piccola statura al grido di “potrei portarti in spalla per tutta la Francia”, negli anni costringa la donna a portarlo davvero in spalla per ore e ore ogni giorno fino a che non avrà percorso una distanza equivalente al diametro della Francia. Un supplizio che le distrugge i piedi e massacra il corpo, messo in atto con la complicità di cane aggressivo ai comandi del nano (lo stesso che uccide l’uomo forzuto quando la donna scappa e gli chiede aiuto). La storia finisce con lei tornata sotto il giogo del nano che si allontana portandolo sulle spalle mestamente e il cane che li segue. La storia si chiama Speroni perché il nano usa degli speroni per far camminare la moglie.

 

freaks

 

Questo era il clima culturale intorno alla disabilità, anche al di fuori dell’horror, quando arriva Freaks. Erano personaggi con cui nessuno aveva mai empatizzato ma soprattutto che in pochi avevano guardato davvero o avevano considerato più di fenomeni da circo (per l’appunto). La stessa MGM non pensava sarebbe venuto così il film e dopo la prima proiezione, inorriditi, tagliarono circa mezz’ora (la parte distrutta che non abbiamo mai visto), 30 minuti in cui veniva castrato Ercole (l’uomo forzuto fidanzato della trapezista) e Cleopatra vedeva prima le sue gambe dilaniate da un albero caduto poi le venivano rimosse e le venivano appiccicate le piume che indossa nel finale in cui è trasformata in una donna gallina.
Nonostante questo il pubblico delle proiezioni test vantò diversi svenimenti e persone che si sono sentite male, fino a leggende metropolitane di una donna che ha abortito spontaneamente al solo assistere alla proiezione (!).

 

donna gallina

 

Browning fu espulso informalmente dalla comunità di registi, specialmente dalle major. Carriera stroncata. Nessuno lo fece lavorare per 4 anni (in un tempo in cui un regista poteva anche fare due film l’anno) e tornò con il sequel del suo Dracula, un progetto sicuro. Riuscì ad avere successo un’ultima volta con La bambola del diavolo (nei cui credits però non compariva, il film non aveva un regista!) e poi riuscì a fare un ultimo film. Non ha mai saputo che, Freaks, l’opera più audace e rischiosa della sua vita, sarebbe diventato uno dei classici proibiti più influenti di sempre.

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