A metà tra Duel e Un giorno di ordinaria follia, Il giorno sbagliato non ha né la tensione del primo né l’inquietate catarsi del secondo. Però ha Russell Crowe incattivito, nei panni dello psicopatico Tom Cooper. Ha i macchinoni americani e tutto un suo orgoglio da film di serie B. In pratica: un film non riuscito che può essere un balsamo se lo si guarda nel momento giusto.

Ci sono dei thriller, o dei più generici “film di tensione”, che vanno sperimentati per avere l’effetto opposto a quello che i registi si propongono. Ovvero per rilassarsi. Il film di Derrick Borte è perfetto per questo. È sopra le righe, ma non troppo da risultare scioccante. È tutto costruito intorno ad un unico, lungo, segmento di tensione che però è talmente derivativo da centinaia di altri film che lo si può anticipare inquadratura per inquadratura. Un film da guardare sonnecchiando.

Un giorno da svitati

L’occasione sprecata viene proprio dal titolo italiano, quel “giorno sbagliato” molto più azzeccato dell’originale Unhinged (“svitato”). Rachel Hunter è una madre in crisi, non riesce a stare dietro a tutto. Si sveglia già stanca, in ritardo sulla sveglia, deve portare il figlio a scuola e cercare di mantenere il proprio lavoro. No, non è una lettura delle difficili condizioni delle madri single nella società capitalistica come in Full Time. Il giorno sbagliato è un film sulla poetica dello scazzo. 

Così Rachel si sveglia male, va nel traffico, si trova imbottigliata, cerca con una manovra azzardata di superare la coda. Arriva ad un semaforo verde e un uomo con un gigantesco pick-up sta fermo. Un secco colpo di clacson e via. Il guidatore però è Tom Cooper, un assassino. Ossessionato da quest’atto sgradevole da parte della donna la segue, deciso a fargliela pagare. 

Dietro all’idea di Il giorno sbagliato c’è un’idea ancora più forte, probabilmente dimenticata in fase di stesura della sceneggiatura. Perché dopo questo incipit il film si trasforma in un classico copione in cui la vittima scappa e l’assassino insegue fino alla risoluzione finale. La donna impaurita, l’uomo grande e grosso arrabbiatissimo. 

Come accadrebbe nella realtà le priorità di Rachel cambiano subito: non pensa più al suo ritardo, nemmeno al divorzio che sta affrontando, vuole solo portare a casa la pelle. Invece che sforzarsi di rendere plausibile quello che succede, la sceneggiatura avrebbe potuto abbracciare la sua natura eccentrica da grindhouse diventando uno scontro tra due persone molto incazzate. Se Rachel avesse reagito, invece che ingoiare la sua rabbia e mettersi in fuga, usando come forza l’alto livello di stress a cui è sottoposta, avremmo visto qualcosa di nuovo.

Anche il giorno sbagliato non bisogna arrabbiarsi

il giorno sbagliato russell crowe

Invece con una scelta, questa sì, veramente folle, il regista Derrick Borte fa di tutto per soffocare il diritto ad arrabbiarsi. Più volte costruisce la retorica della scena per far pensare come tutto sarebbe andato diversamente se la donna si fosse controllata. Se avesse trattenuto quell’impulso a suonare il clacson. Lo ribadisce anche per bocca del figlio in un momento importantissimo! Inaccettabile che un film di genere, così esplicitamente di poche pretese e gustosamente di serie B, legga se stesso come uno spettatore moralista. Tira il freno a mano del divertimento, insomma, per provare a trovare un’ansia da inseguimento realistica o per lo meno plausibile.

Non ce la fa.

Inanella una serie di assurdità non sufficientemente assurde per divertire. Dal tablet incollato in macchina ad un omicidio in un ristorante in cui al posto di seguire l’azione si pensa alle reazioni delle comparse sullo sfondo. Russell Crowe si sarà divertito sul set molto di più di quanto si veda sullo schermo. Convinto di creare un cattivo iconico, ogni suo tentativo è stato reso vano da un’inutile sequenza d’apertura volta a spiegare tutto del personaggio. Nemmeno per un attimo si dubita che lui sia uno psicopatico. Annulla così ogni possibile crescendo.

Quando vedere Il giorno sbagliato?

Non c’è alcun motivo per cui una persona dovrebbe vedere Il giorno sbagliato per provare l’ansia promessa dal trailer. Ci sono tante opere di tensione che meritano una visione, due sono state citate in cima a questo articolo. Si può però creare una situazione emotiva, di fatica e voglia di intrattenimento, perfetta per questo titolo. Perché come si può guardare un thriller per rilassarsi, si può anche entrare in una storia per sentirsi un po’ cattivi.

Così, grazie ai suoi protagonisti insopportabili, Il giorno sbagliato è il film perfetto per le serate difficili, in cui il lavoro è andato male o si è così stanchi che non si riesce a pensare. Quelle in cui non si desidera altro che identificarsi in Russell Crowe: un cattivo incattivito, che pretende delle scuse. Ad ogni costo. Anche incendiando il mondo.

La catarsi, inconsapevole, del film può passare dal villain. Senza disturbare, ovviamente.

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