Poco prima dell’inizio della roundtable con James Gunn per il lancio di The Suicide Squad i giornalisti di tutto il mondo, tra cui anche noi di BadTaste ci guardavamo via zoom aspettando il regista con visibile sollievo. In quei giorni non molti avevano già visto il film e nella stanza di attesa virtuale aleggiava un non detto, esplicitato poco dopo da un collega: “ma ragazzi, non pensate che avevamo proprio bisogno di un film così?” Ha detto qualcuno. Concordavamo tutti.

In questo clima di entusiasmo si è svolta la sessione di interviste, con un James Gunn in piena forma, e con il generale senso di essere di fronte a un film particolarmente importante per l’universo DC.

Per questo motivo, come prima domanda, abbiamo chiesto a James Gunn quale fosse per lui l’impostazione ideale del futuro universo DC: una serie di film legati da stretta continuità oppure uno fatto di “one shot” come Joker, o una via di mezzo? La sua risposta, simile a quella rilasciata tempo fa al New York Times è decisamente orientata sulla terza opzione.

Penso che la Marvel sia eccellente in quello che fa. Kevin Feige mette insieme le cose, fanno di tutto per essere un universo coeso. Ora che Kevin è a capo di tutto -è lui la Marvel- funziona molto bene. La DC è sempre stata diversa nei fumetti. I due editori stanno diventando al cinema quello che sono da sempre nei fumetti. La DC è sempre stata meglio nelle serie limitate come Watchmen, The Dark Knight, Il lungo Halloween, sono grandi storie singole. Credo che al cinema permettere la libertà di fare entrambe le cose, di girare sia film come Joker che crossover come Justice League sia grandioso!

Per il resto dell’intervista, in cui si sono alternate le domande dei colleghi delle altre testate, Gunn ha dimostrato di avere una grande passione per i fumetti della Suicide Squad e una grande conoscenza di quel mondo.

Come hai reinventato i personaggi pur mantenendoli fedeli a quello che sono nel fumetto?

Dipende da quanto sentivo vicino il personaggio dei fumetti. Harley Quinn è il primo personaggio che ho scritto dai tempi di Scooby Doo che è già ben definito su carta. Groot nei fumetti non era come l’ho scritto io nel film, ora lo è. Star Lord è cambiato parecchio negli anni. Ho sempre trasposto i personaggi da zero. Ma con Harley c’era già la versione animata di Paul Dini che è così ben definita e così grandiosa che ho voluto prendere quella versione, farla incontrare con Margot (Robbie), e creare una versione fedele alla natura caotica del personaggio. L’ho resa più Harley di come sia mai stata. Nei fumetti Bloodsport non è così tanto fondamentale, per cui ho dovuto creare una sua versione cinematografica. Ogni personaggio è diverso, ma Harley lo è ancora di più e la sento particolarmente mia.

Come hai scelto che personaggio sarebbe morto nel film e che ruolo avrebbero avuto nella storia? 

La trama e i personaggi sono strettamente collegati. Ho scritto le basi e poi ho aggiunto i personaggi mentre rivedevo la storia. Accadeva tutto allo stesso momento. Poi talvolta Harley Quinn andava da sola in direzioni inaspettate e allora le cose cambiavano ancora. C’era anche un personaggio che moriva alla fine del film e che ho cambiato.

Quasi tutti i personaggi sono stati scritti per morire in quel modo ancora prima che venisse scelto il cast.

Quali sono stati i personaggi che hai preferito scrivere e perché?

Quando ho iniziato a scrivere, anche solo l’idea di inserire Polka-Dot Man nel film mi ha esaltato. Prima di iniziare la stesura ho cercato i personaggi DC più sciocchi di sempre e Polka-Dot Man era decisamente uno di quelli. L’idea di prendere un personaggio percepito come sciocco e dargli dignità è stata una grande sfida per me. Come quando ho lavorato su Rocket Raccoon dei Guardiani della Galassia e mi sono detto: ‘oh mio dio, un procione che parla. Come posso renderlo il più realistico possibile?’. La stessa cosa ho fatto con Polka-Dot Man, anche se si chiama così e spara Pois alle persone. Ho amato anche King Shark, sapevo sin dall’inizio che l’avrei messo nel film. 

Pensi che ci sia un pezzo di te in Amanda Waller?

Certo! È assolutamente vero, mi identifico in Waller perché io sto scrivendo la storia della Suicide Squad. Sono io che li scelgo e li metto in pericolo. Probabilmente sono più innamorato di questi personaggi di quanto lo sia Amanda Waller, ma li sto anche uccidendo. Sì, alla fine io sono lei. Ed è un po’ triste perché è il villain del film.

Lavorare con Viola Davis è spaventoso. È così malvagia quando interpreta Amanda Waller, ha negli occhi una sfumatura da villain quando è nel personaggio. Io sono molto libero e onesto sul set, non mi trattengo dal dare indicazioni. Se qualcosa non funziona vado a dirlo all’attore, e farlo con Viola quando era nel personaggio era veramente terrorizzante.

Come è stato lavorare ancora con Sylvester Stallone e come hai fatto a tirare fuori il suo “squalo interiore”?

Ho scritto la parte per Sly, la Warner aveva molti dubbi, non so perché. Non lo vedevano dato. Allora ho fatto il casting ad altri tre attori. Erano due doppiatori e un attore fantastico. Ogni volta sembrava che qualcosa non funzionasse. Le persone prendono in giro Vin Diesel per Groot dicendo che è stato pagato una buona quantità di denaro per dire 13 battute a film. Ma ti assicuro che quando la voce di Vin è arrivata in Groot è scattata una cosa che ci ha fatto dire “oh, ora funziona!”.

the suicide squad king shark

La stessa cosa è successa per King Shark. Penso che la principale esitazione fosse per via che è difficile tornare indietro una volta che hai assunto Stallone. Ho parlato con molte persone, gli ho detto: “lo so che è un rischio, ma dovremmo provare con Sky, perché è così che mi immagino la sua voce”. Allora l’ho chiamato e gliel’ho presentato: “ho una parte per te ed è il secondo personaggio più idiota che ho mai creato – il primo è Weasel -“. Allora è venuto da me e ha visto tutto il film con le animazioni (di pre visualizzazione Ndr) ancora prima che lo filmassimo. Ha amato il film e il personaggio, è venuto da me facendo tutti i versi da pesce. Non ho dovuto fare molto: ha spaccato sin dall’inizio. 

Hai portato in vita vecchi personaggi e ne hai presi di nuovi. Chi ti interessava di più riprendere dal precedente film e chi volevi creare da zero?

Harley, che è il mio personaggio preferito e Amanda Waller. Sono un grande fan anche di Joel Kinnaman e di Rick Flag e speravo di poter cambiare un poco il personaggio. Dei nuovi sono molto orgoglioso di Daniela Melchior come Ratcatcher. Abbiamo fatto una ricerca in tutto il mondo. Ho visto il suo provino e ho pensato che potesse essere troppo carina per il personaggio, ma la sua recitazione era così naturale e realistica! Non è semplice trovare persone della sua età con queste capacità di recitazione. Volevo che il film avesse una recitazione immedesimata, nonostante la quantità di costumi e personaggi stravaganti. Così l’abbiamo chiamata per lo screen test e ha spaccato! L’abbiamo assunta e resa meno carina. 

Il proiettile di kriptonite sparato da Bloodsport a Superman avrà conseguenze nel futuro?

Ho scritto il film per essere chiuso in se stesso ma certo, ho sempre idee per sequel e spin-off. Quando abbiamo finito mi è venuta in mente la serie su The Peacemaker. Ma non so cosa succederà in futuro. Ero solo io che prendevo la storia dei fumetti e la rendevo un elemento centrale per lui. Mi piaceva l’idea di avere questo duro che ha sparato a Superman direttamente in cielo e che all’inizio di The Suicide Squad troviamo mentre pulisce gomme da masticare dal pavimento. Ed è felice così!

Come pensi che sarà il futuro dei film di supereroi?

Non so come sarà, ma spero che si continui a correre rischi. La Marvel sta facendo cose coraggiose con i loro Show TV. Alcuni possono essere eseguiti meglio degli altri, ma stanno facendo cose rischiose. The Peacemaker è folle e so che la DC ha una lineup di fantastici filmaker. Sono un grande fan di Matt Reeves e non vedo l’ora di vedere The Batman. O magari il genere morirà. Non mi importa, ci sono un sacco di altri film grandiosi che possono arrivare anche se non sono di supereroi. Alla fine non mi interessano i costumi, ma i personaggi.

Hai iniziato una nuova era per la DC?

Non saprei, una cosa che ho imparato con il tempo è che i miei film sono piuttosto difficili da replicare. Anche con The Peacemaker non è stato semplice prendere altri registi e lavorare insieme per uniformarsi al mio stile. La mia preoccupazione era comunque di far sì che The Suicide Squad fosse il miglior film possibile. 

Sembra che tu ti sia divertito un mondo a lavorare con Warner e la DC comics…

Oh sì, è così! La Warner aveva una cattiva reputazione, non so se sia meritata o no, ma con me sono stati di grande supporto. Sono grandiosi e ottime persone. Non ho mai avuto problemi con loro dal punto di vista creativo e produttivo. Poi ho un cast che adoro. Man mano che vado avanti a fare film si migliora in qualcosa. Credo di essere molto bravo nello scegliere il cast e circondarmi di gente scegliendo sulla base di come sono come esseri umani. Margot Robbie, John Cena e gli altri sono grandi star di successo ed è piuttosto fuori dal comune che siano anche delle persone così belle. Non hanno ego. 

Vedremo James Gunn in un altro franchise di supereroi? Sono aperto a tutto! Amo la DC.

Quali scrittori hanno influenzato di più Suicide Squad? Sicuramente John Ostrander, il primo scrittore di The Suicide Squad nei fumetti e che interpreta Doctor Fitzgibbon nel film. È lui che ha inventato il concetto dei supervillain sacrificabili perché le loro vite non contano. Il film è la continuazione della storia che ha iniziato negli anni ’80. Ho preso molto anche dai New 52 di Adam Glass. Leggerlo mi ha ricordato quanto mi piaceva la Suicide Squad.

Vedremo mai Gotham City Sirens scritto e diretto da James Gunn? Non è in previsione ora come ora, no.

A che punto della produzione hai scelto di usare Starro?

Ho scelto Starro perché mi è sempre piaciuto. È uno dei supervillain più strani che la DC può offrire. Mi piaceva da bambino, penso sia divertente e ridicolo, ma anche spaventoso. Mi ha sempre spaventato quando finisce sulla faccia delle persone e li controlla.

Qual è stato il momento migliore sul set?

Il girono più divertente sul set è stato quando Harley viene torturata. Sembra crudele dirlo, ma è così! Tutto funzionava alla grande, ci stavamo divertendo moltissimo. Durante lo stunt in cui prende la chiave con i piedi è veramente Margot Robbie! Eravamo nel mezzo della lavorazione che era molto difficile e quel giorno per la prima volta siamo stati in un unico luogo. In generale però non mi sono stressato come accade di solito. 

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