Non è una questione di moda, né di successo di pubblico, né ancora di lobby delle marmitte cromate, Fast & Furious, all’ottavo film, invece che essere considerato un simbolo della stanchezza, della ripetitività, della noia e del cinema senza idee riempito di botti è diventato un beniamino da coccolare. Certo non da tutti. Grazie al cielo esiste ancora la diversità di pensiero e non siamo arrivati al plebiscito o al pensiero unico (la morte di ogni riflessione). Eppure questa volta molti critici (gli spettatori devono ancora vederlo ma il buzz sembra migliore del solito) hanno promosso il film con termini, parole e locuzioni più assolute e universali del solito.

A BadTaste lo abbiamo amato, sia il sottoscritto che Francesco Alò (il quale ha pure confessato di essersi commosso all’addio a Paul Walker dell’episodio precedente), ma anche tutto intorno a noi abbiamo visto le cose cambiare. Almeno un po’. Testate italiane come Best MovieComing Soon o Movieplayer l’hanno promosso con de...