Silenzio, si gira! Registrare i suoni di un film non è semplice. Vi abbiamo parlato in passato di registi come Christopher Nolan che della confusione sul set hanno fatto un tratto distintivo del loro stile. Dialoghi poco udibili ma realistici perché coperti dai suoni reali creati in scena. Maschere che coprono la bocca e riproducono quell’effetto ovattato dato dall’impedimento acustico. Abbiamo indagato anche sul perché i dialoghi dei film diventano sempre più difficili da comprendere, con gli attori che sembrano mangiarsi le parole. Oggi vi raccontiamo, aiutati dall’approfondimento di Insider, come mai sui set ci sono degli oggetti di scena silenziosi. Sono identici a quelli veri ma con una particolarità: non fanno rumore!

Cosa sono gli oggetti di scena silenziosi

Ci sono due modi principali per mettere i suoni nei film: il primo consiste nel catturare in diretta tutto quello che succede sul set. Se il personaggio scarta una caramella mentre parla, il pubblico sente sia lo scoppiettare della carta che le parole pronunciate. Se una macchina passa sullo suonando il clacson anche quello sfondo sonoro entrerà nel film. È un effetto molto realistico che va governato in post produzione. Ma che rumore fa un alieno in computer grafica che spara raggi laser? Quello che non si può avere in scena si producono successivamente in appositi studi di registrazione.

Gli artisti del foley creano “a mano” i suoni che si dovrebbero sentire in scena. Cavalli che trottano, scarpe che camminano sul legno, il suono dei pugni sulla carne, il vento che soffia tra gli alberi, sono esempi di effetti creati mimando il suono che questi oggetti fanno nella realtà. Il loro compito è di riprodurre sia suoni che non esistono in realtà che quelli che girando non sono stati catturati per scelta.

I dialoghi hanno sempre la priorità. La performance degli attori viene ripresa e “finalizzata” sul set, dove l’emozione è più autentica. Può capitare che esigenze di scena portino a doppiare successivamente, ma generalmente gli scambi tra i personaggi sono la prima cosa che va salvata. Il suono in presa diretta si concentra così sulla chiarezza del parlato.

Tornando all’esempio della caramella scartata: come impedire che il fruscio della carta entri nel microfono coprendo la voce? L’unico modo è quello di insonorizzare ciò che l’attore ha tra le mani. Un oggetto di scena silenzioso. Per ovviare a questo inconveniente gli addetti agli oggetti di scena creano infatti delle versioni finte di quello che si troverebbe nella realtà, confezionate apposta per stare di fronte a una cinepresa (e al microfono).

Noi spettatori non ce ne accorgiamo perché sono in tutto e per tutto identiche a quelle originali, ma sono meno chiassose e vengono “doppiate” in studio in un secondo momento.

Alcuni esempi… in silenzio

Se un personaggio deve sfogliare un giornale o porta un sacchetto della spesa con sé si usa del tessuto che viene lavorato per sembrare carta e il gioco è fatto. Imballaggi, scatoloni, fogli di giornale, sono quasi sempre “finti” per non disturbare la scena.

I sacchetti del cibo di plastica, le confezioni delle patatine, sono repliche con un materiale a base di vinile. Le palle da biliardo hanno una base di gomma, poi dipinta, lucidata e mascherata per sembrare della consistenza del legno (per le più antiche) o poliestere per le moderne. 

Nei drink il ghiaccio è un problema. Il tintinnio può essere fastidioso ma soprattutto si scioglie nel bicchiere creando problemi alla continuità della scena. I finti cubetti fatti con una miscela particolare di silicone (il siliglass) galleggiano e producono molto meno rumore. Lo stesso effetto può essere ricavato producendoli in acrilico, con la differenza che questi non galleggiano, costringendo così a metterli in un bicchiere ampio da whiskey.

Non tutto ciò che è sul set appartiene alla categoria degli oggetti di scena silenziosi, non c’è bisogno di insonorizzare tutto, ma semplicemente occorre fare una valutazione sonora della sequenza e poi metterla in scena con un’attenzione particolare rispetto ai rumori. Altre volte, come nel caso degli horror, i più piccoli scricchiolii sono fondamentali. Altre produzioni più piccole non hanno la possibilità di curare questo aspetto e l’effetto finale è più realistico, immergendoci in un ambiente sonoro più “sporco” e difficile da comprendere a cui non siamo abituati.

Anche dietro a un qualcosa di così semplice come catturare un rumore il cinema richiede uno sforzo in direzione opposta. Per avere un film con tante stimolazioni uditive al posto giusto bisogna averne il meno possibile sul set. 

Fonte: Insider, Scottpropandroll

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