Il manuale di come rovinare il proprio stesso film potrebbe scriverlo Benoit Jacquot, negli ultimi anni fedelissimo delle trame ben imbastite ma regolarmente rovinate da una insipida voglia di non andare a parare da nessuna parte.

Eva ha in particolare un attacco formidabile, tutto giocato sul montaggio di Julia Gregory e la riduzione delle singole scene all’essenza. C’è più in quel che viene saltato con il montaggio che in quel che vediamo, eppure quel poco che vediamo ci fa capire benissimo cosa sia successo, in pochi tratti abbiamo quadri ampi e la sensazione è sempre che le scene siano ridotte all’essenza da qualcuno che ha capito perfettamente quale sia l’essenza, dove togliere e come ridurre senza perdere in significato (anzi!).

Un ragazzo giovane a tarda notte suona alla porta di una persona anziana, gay, in vestaglia. Situazione da prostituzione domestica. Siamo a Parigi ma l’anziano è britannico, racconta di essere un grande scrittore ora al tramonto con una formidabile opera ...