Pochi, pochissimi, forse addirittura nessuno potrebbe contestare che Gianni Zanasi ha un talento invidiabile e in un certo senso prezioso per il cinema italiano. Molti però possono concordare su quanto poco questo talento per racconti fuori dal comune, storie originalissime e un umorismo che non dipende quasi mai dalle gag ma da una mesta maniera con la quale i suoi personaggi prendono atto di quel che accade, riesca ad essere contenuto in film che possano dirsi realmente compiuti. Troppa Grazia, di nuovo, ripropone l’eterno dilemma di un autore che scrive e dirige benissimo ma che si perde con una facilità disarmante.

Ad un’ingegnere appare la Madonna. Ma non le appare come accade in Il Cattivo Tenente, con quella forza mistica terribile e potente, con il senso del sacro e del rivelatorio, le appare anzi in modo talmente ordinario che inizialmente la scambia per una migrante, almeno fino a che non capisce di essere l’unica a vedere quella donna che si definisce la madre di Gesù. Solo ...