L’esito più facile di tutti con un’idea di partenza come quella di Belle Epoque è far naufragare il film dopo la prima parte. Ad un uomo a disagio nel tempo moderno viene regalata un’esperienza unica: rivivere un periodo storico e una situazione a piacimento. La compagnia che lo offre ricrea in un set luoghi e tempi, usa attori, luci e musiche dirette in tempo reale in un misto di cinema e teatro per creare l’illusione attorno al cliente. Insomma all’elemento di fascino maggiore di Peggy Sue Si è Sposata (il viaggio indietro nella propria giovinezza), il film di Nicolas Bedos ci aggiunge il fascino della grande messa in scena, del rapporto tra regista-Dio e sue creature.
La scelta del protagonista (un cauto e ammirabile Daniel Auteuil) cade sul 1974, il momento in cui conobbe la moglie. La forzatura implausibile è che tutto sia davvero ricostruito bene e nonostante la falsità da cinema sia esposta (le luci sopra la testa, le pareti di cartapesta), più il protagonista vive quella finta ...
A partire da uno spunto di grande successo nella storia del cinema, Belle Epoque tira fuori un film completo, dolcissimo e divertente, un capolavoro di scrittura pop
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