Per caso avete sempre pensato che il problema con la storia di Frankenstein fosse che la creatura è troppo brutta? Il nuovo Frankenstein di Bernard Rose fa per voi.

Il regista che ha iniziato con Playboy gira un adattamento contemporaneo del mito classico insistendo sui luoghi comuni delle sue trasposizioni cinematografiche (il non vedente, la bambina in riva al lago) e insistendo molto sull’esigenza della creatura di una donna come lui (questa però viene dal romanzo). Tutto flagellato non tanto dalla natura mostruosa del suo essere venuto al mondo, né da un cervello deviante inserito nel suo corpo o sul titanismo dei suoi creatori, ma dalla sua bruttezza.

Almeno da metà del film in poi il problema principale del mostro è la sua bruttezza (che poi in buona sostanza è un bello con la pelle rovinata) e la sua aspirazione non è essere accettato ma essere attraente. Motivo per il quale tornerà dai suoi creatori.

Anche prima di questa svolta edonistica questo film di Frankenstein ha però gi...