Dietro il quinto capitolo di Mission: Impossible c’è la testa di un uomo che vuole farsi notare, che conosce profondamente l’azione e che ha l’ambizione di rendere tutto nuovo rimanendo all’interno delle regole. Non è un anticonformista Christopher McQuarrie (già l’avevamo capito con Jack Reacher), anzi, vuole fare un film classico a modo proprio, non vuole interrompere nessuna tradizione, ha la determinazione necessaria a confezionare non solo il migliore dei film della serie ma anche uno dei migliori in assoluto nel cinema di intrighi internazionali degli ultimi anni (là nell’Olimpo con Casino Royale e The Bourne Ultimatum). Per farlo sceglie principalmente tre linee guida: scene d’azione fatte per quanto possibile senza stunt e quindi riprese per intero e poco montate; trama narrata durante l’azione; l’ideazione della linea romantica meno canonica in assoluto e proprio per questo finalmente impressionante.

McQuarrie ha fatto un ...