Sia stato il periodo in forza alla Dreamworks (Kung Fu Panda, Mostri contro Alieni) o l’esordio con Michel Ocelot (Azur & Asmar), di certo Alexandre Heboyan nella sua carriera di animatore ha sviluppato uno stile e un’estetica originali e sbalorditivi che ora riversa in Mune. A metà tra la perfezione tecnica americana e l’uso pittorico del colore di Ocelot, il regista (assieme a Benoit Philippon) riesce nell’impresa nella quale molti vorrebbero riuscire: crea un mondo estetico unico che dona fascino e interesse al film da subito, dalle prime scene.
La storia è molto canonica, racconta di un mondo in cui Luna e Sole hanno dei custodi che li muovono mantenendo così l’equilibrio nella Terra. Al momento in cui i vecchi custodi devono scegliere i loro eredi un malvagio cerca di approfittarne per sovvertire tutto, così i nuovi custodi dovranno allearsi e lottare per riottenere i loro pianeti e quindi riportare l’equilibrio. In mezzo poi c’è anche...
Originale, tecnicamente perfetto e denso di invenzioni visive su una storia dal favolismo classico e raffinato Mune rivela un nuovo talento dell'animazione
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