Noi Siamo Tutto
di Stella Meghie
21 settembre 2017
Non c’è amore adolescenziale che una malattia possa arrestare ma Noi Siamo Tutto ci si mette d’impegno per diventare la love story clinica più estrema. Maddy infatti sembra la personificazione dello spunto narrativo, una ragazza che ha una grave forma di immunodeficienza e non può mai uscire di casa perché il contatto con l’esterno e i germi potrebbero farla ammalare. Vive in un’abitazione di opulento design e colori pantone chiaro, tutta Ikea e pulizia, mani lavate e sterilizzazione all’ingresso per i visitatori, così da non contaminarsi. È praticamente lì pronta per innamorarsi e poi ammalarsi, serve solo una spintarella. La fornirà Olly, il nuovo vicino dal rapporto burrascoso con la famiglia, che già il primo giorno comincia a fissarla dalla finestra.
Si conosceranno prima via messaggi e linguaggio dei segni, poi finalmente si incontreranno e tra mille difficoltà cercheranno di stabilire un rapporto.
Maddy è come un fucile, mostrata ad inizio film nella sua condizione ipercagionevo...
Garbato e giocato su colori pastello chiaro, a Noi Siamo Tutto manca la rabbia utile ad alimentare il sentimento anche quando la storia lo consentirebbe
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