Planetarium
di Rebecca Zlotowski
13 aprile 2017
L’intreccio alla base di Planetarium è di quelli che fanno andare in brodo di giuggiole gli accademici del cinema, una specie di intricata messa in storia di una delle riflessioni sul cinema e sulla maniera in cui lavora sullo spettatore. Jacques Derrida diceva che il cinema “evoca fantasmi nello spettatore” nel senso che (in sintesi) risveglia qualcosa dentro di lui e che gli consente di conoscere ciò che non conosce, qualcosa che gli è invisibile. In Planetarium due sorelle nella Parigi anni ‘30 sostengono di essere in contatto con gli spettri, di poterli evocare tramite sedute spiritiche. Un produttore, completamente ammaliato da questa faccenda e dalle sedute spiritiche cui si sottopone, vede in tutto ciò la possibilità di un film, cioè di filmare i fantasmi e inseguirà questo sogno fino alla follia.
Planetarium, in parole povere, racconta della lucida esaltazione di un uomo che ritiene di riuscire a filmare l’infilmabile (i fantasmi) tramite queste due ragazze, che pensa di poter ...
Concentratissimo sul parlare del cinema come arte, Planetarium quasi dimentica la sua storia e i suoi personaggi, li marginalizza e li trascura
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