Lo scheletro di Quo Vadis, Aida? è semplice al massimo: in una trattativa da cui dipende la vita di centinaia di persone l’interprete tra le due parti ha tutte le informazioni e tra le centinaia deve disperatamente di salvare le 3 più importanti della sua vita, il marito e i due figli. Questa struttura è applicata al massacro di Srebrenica, fatto vero della guerra nella ex Jugoslavia, storiaccia mai sepolta che Jasmila Zbanic (bosniaca passata attraverso l’inferno di quella guerra) tratta con una messa in scena classica in tutto, per valorizzare due elementi su tutti: sceneggiatura e interpretazioni.
E funziona.
E funziona.
Quo Vadis, Aida? è un thriller dal ritmo altissimo in cui un esercito impotente (i caschi blu dell’ONU) è sottomesso da uno arrogante e strafottente, in cui i cattivi è sempre molto chiaro chi siano e le sfumature sono ridotte al minimo sindacale. Il film sa benissimo con chi vuole empatizzare e sa anche molto bene chi vuole condannare senza appello. Non è un cinema di guerra e...
Un thriller fatto di trattative, una storia vera con personaggi falsi, un dramma di guerra con una protagonista eccezionale: Quo Vadis, Aida?
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