Andiamo tutti ripetendo da anni che il cinema indipendente americano è diventato un genere più che una modalità produttiva, sforna storie tutte uguali, girate tutte alla stessa maniera, presentate tutte allo stesso festival (il Sundance). L'arrivo di Re della terra selvaggia (e il suo successo mondiale), sebbene all'interno di questo sistema, si configura dunque come elemento di rottura fortissimo.

Il film di Benh Zeitlin ricorda da lontano le idee produttive di Werner Herzog (al netto della componente avventurosa) per come mescola realtà e finzione, per quanto la natura e l'ecologia dei paesaggi (nè buoni nè cattivi, solo cinici) giochino un ruolo determinante e influente sulle azioni degli uomini, mentre se visto da vicino fa pensare al coraggio di Un gelido inverno e la sua America non raccontata, la sua esplorazione quasi etnografica.

E proprio tra etnografia e racconto popolare si situa Re della terra selvaggia, nel suo racco...