È evidente che la santità francescana Fely e Louvet la vogliono trovare nell’umanità, nello sporco, nel saio pieno di sterpaglie, nei capelli non lavati, nelle malattie, nelle testardaggini, negli errori e nei problemi. Cioè nell’umano. Rifiutando in toto l’astrazione con cui solitamente i santi vengono rappresentati, questo San Francesco (o come dicevan tutti Francesco) nasce per essere terribilmente terreno, così ordinario e guardato più che altro dallo sguardo di un discepolo, il più pragmatico e irrequieto Elia da Cortona (interpretato da Jeremie Renier, uno dei due attori dardenniani del film assieme a Olivier Gourmet). Invasato, con gli occhi sempre aperti e un’inquietante perenne serenità, Francesco è un politico che conosce poco l’arte della politica, un rivoluzionario della povertà che non ha le idee chiare ma non pare nemmeno permeato da qualcosa di superiore.

Tutto Il Sogno di San Francesco è una battaglia per le idee, una lotta politica combattuta sia con le alte sfere Vati...