Nella storia di Free State Of Jones, per fortuna, c’è più della vera ribellione fomentata dal capitano Knight.

Gary Ross, che scrive e dirige, ha la ferma intenzione di non lasciare che quell’evento sia imbrigliato e raccontato nel suo tempo ma di spalmarlo prima negli anni subito successivi e poi con un salto temporale di 85 anni in avanti nell’America degli anni ‘50, in cui un erede di Knight subisce un processo per aver sposato una donna bianca (lui che ha un ottavo di sangue nero). Sembra un dettaglio ma non lo è perché in un film così convenzionale la storia sembra pronta a chiudersi a tre quarti, quando in realtà il film si rimbocca le maniche e comincia a lavorare di immagini davvero significative per dimostrare che nulla finisce con la vittoria e che nemmeno un diritto sancito dalla costituzione cambia le cose.

La scrittura di Free State Of Jones insomma non si allontana dalla consueta ruffianeria retorica che il cinema americano mette in campo quando vuole esibire un preciso i...