Sulla carta era uno dei progetti meno convenzionali della stagione: Angelina Jolie che affronta di petto il film di guerra all’americana (dopo averlo fatto di rinterzo con un film di guerra dal sapore più europeo come In the land of blood and honey), grazie ad una sceneggiatura dei fratelli Coen, tratta da una clamorosa storia vera, a sua volta narrata in un libro. C’erano insomma tutti i possibili materassi su cui cadere e anche più di un aiutino per rimanere in piedi (vale la pena ripeterlo: la sceneggiatura è dei fratelli Coen), proprio per questo il tonfo è più sonoro che mai.

Tuttavia se già In the land of blood and honey aveva fatto intuire quanto nel desiderio di fare cinema di Angelina Jolie ci sia più l’idea di veicolare idee o ancor peggio “messaggi” che quella di realizzare una narrazione per immagini, Unbroken lo conferma. Lungo tutto il film è più pressante l’urgenza di pronunciarsi contro qualcosa e a favore di qualcos’altro che q...