Parco con i film, sottotono con le tematiche, sardo al cinema come nella vita e incredibilmente sottovalutato è Salvatore Mereu, il cineasta italiano più sorprendente di questi anni. Dopo aver realizzato forse il miglior film mai girato in Sardegna (Sonetaula) insidia il proprio record con Bellas Mariposas, dall'omonimo libro di Sergio Azteni, andando a giocare la sua partita in un altro sport. Non più pastori e pecore (come dicono gli avversatori del cinema sardo) ma asfalto e telefonini, non più dramma ma commedia.
A S. Elia (periferia di Cagliari che non ha nulla da invidiare a Scampia) la protagonista vive in una famiglia in cui la sorella con figlio fa la prostituta, il fratello minorenne si fa di eroina, il fratello maggiorenne gira armato ed è pronto a sparare come niente, il padre non lavora da sempre e si masturba in bagno liberamente e ogni uomo raggiungibile dal suo campo visivo è una minaccia. Tutto questo, lungi dall'esser...
La vera sorpresa del festival di Venezia è italiana, anzi sarda e si candida ad essere il miglior film della stagione...
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