Russell T Davies è tornato alla guida della serie Doctor Who e lo showrunner, durante una roundtable con la stampa, ha spiegato le differenze nell’approccio alla creazione delle puntate con star Ncuti Gatwa e Millie Gibson rispetto al passato.

Lo sceneggiatore ha puntato l’attenzione sull’aumento del budget e sul gran numero di persone raggiunte grazie all’accordo stretto con Disney+, situazione che ha reso questo nuovo inizio davvero speciale:

Ci siamo trovati più volte in una situazione simile, ma non abbiamo mai avuto una piattaforma così grande come Disney+, ed è grandioso esserci ed è un grande partner con cui collaborare. Doctor Who è già stato distribuito in centinaia di territori, ma non è stato trasmesso e tradotto in simultanea a livello mondiale nello stesso giorno, come dovrebbe essere. L’unico modo per mantenere vivo Doctor Who è assicurarci che ci siano nuovi spettatori. Tra 60 anni, ovviamente io non morirò mai e sarò ancora qui, ma dovremmo esserci e parlare della nuova versione del Dottore. E per assicurarci che questo accada bisogna “rinfrescare” di tanto in tanto la serie.

Il nuovo capitolo della storia del Signore del Tempo, tuttavia non dimenticherà il passato. Davies ha sottolineato:

Abbiamo pensato che dopo tutti questi anni bisogna comunque trovare un modo per attirare gli spettatori, in più è un nuovo Dottore, non è un vero reboot perché i fan potranno riconoscere alcuni riferimenti ed elementi… Il TARDIS è sempre il TARDIS e ci saranno dei momenti in cui parla di cose che sono accadute in precedenza e vi rendete conto che è sempre la stessa persona, il TARDIS è esattamente lo stesso. Nessuno deve avere paura: non è un reboot, c’è una storia che stiamo raccontando mantenendo la continuità. Se mi chiedeste come si può introdurre un nuovo James Bond non ne ho idea, quello è il vero dubbio e mistero, ma Doctor Who è sempre stato in grado di rinnovarsi rimanendo sé stesso. Con Doctor Who, anche se ha 60 anni, i numeri non hanno mai avuto un grande peso.

La distribuzione in contemporanea in tutto il mondo non ha inoltre modificato il modo in cui vengono scritte le puntate, in precedenza in onda su BBC e solo successivamente su altri mercati. Russell ha spiegato:

Non mi sono mai preoccupato all’idea che ci siano riferimenti al Regno Unito che il pubblico mondiale potrebbe non capire. Penso che agli spettatori non dispiaccia e che non si preoccupino di questi dettagli. Io ho vissuto per cinquanta anni guardando sitcom americane e conoscevo certe cose solo perché se ne parla negli show americani. Ci sono molte persone che non hanno mai letto Harry Potter, ma i riferimenti a Harry Potter sono comprensibili in tutto il mondo. E recentemente in Young Sheldon, nella stagione finale, fanno riferimento a Doctor Who e al TARDIS. Ormai viviamo in un mondo che è diventato mainstream, quindi non mi preoccupo.

La storia del Dottore interpretato da Gatwa avrà però degli elementi nuovi:

L’unica differenza a come mi avvicino al lavoro è che tengo in considerazione che siamo nel 2024-25 e penso che gli spettatori più giovani siano davvero in contatto con le proprie emozioni, il mondo sta migliorando grazie all’approccio diverso dei giovani e teenager, e volevo che il Dottore rispecchiasse un po’ questo dettaglio, è più emotivo e aperto nel parlare delle proprie emozioni. Abbiamo avuto Dottori, come quello di David Tennant, che erano maestri nel nascondere le emozioni e tenerle dietro porte chiuse, in segreto, senza condividere quello che pensava o portava dentro di sé tutto questo, anche se, grazie alla performance di David, era comunque in grado di piangere, ridere… Abbiamo un budget più elevato ma lo abbiamo speso in maniera saggia, non abbiamo mille navi spaziali elaborate, tuttavia, ad esempio, abbiamo dei bambini nello spazio che parlano e il risultato è davvero soddisfacente dopo mesi di lavoro.

Che ne pensate delle spiegazioni di Davies sulle differenze dei nuovi episodi di Doctor Who rispetto al passato della serie?

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