Lo showrunner di Reacher, Nick Santora, ha accennato alla stagione 3 della serie, svelato che spera di realizzare almeno 4 cicli di puntate, e commentato alcuni degli elementi più apprezzati del secondo capitolo della storia portata sul piccolo schermo grazie ad Amazon.

Santora ha svelato che lo scrittore Lee Child, che era apparso con un cameo nell’episodio finale della prima stagione, è molto impegnato e quindi non è apparso nella seconda. L’autore potrà comunque tornare sul set non appena sarà disponibile, sottolineando: “Nessuno di noi avrebbe un lavoro se non fosse per lui”.

Santora ha quindi spiegato che il romanzo alla base delle stagioni viene scelto con una decisione di gruppo:

Lo studio ha molti pensieri ed idee, e lo stesso Amazon, come deve essere, visto che sanno quello che stanno facendo. Alan avrà sempre qualcosa da dire, perché Alan è un ragazzo realmente intelligente, e alcune storie sono le sue preferite. E ne parlo inoltre molto con il mio team di autori. Sono degli sceneggiatori grandiosi e abbiamo tutti gli istinti, non avendo una parola migliore, per quanto riguarda quali libro potrebbero essere più adatti ad arrivare sullo schermo rispetto agli altri. E poi decidiamo insieme e speriamo che vada tutto nel migliore die modi.

Nick ha inoltre ricordato che il protagonista non avrà mai un gruppo di compagni che viaggiano con lui e lo aiutano a risolvere i crimini, vivendo varie avventure:

Il DNA di Reacher è che si muove da solo e unisce le forze con i buoni quando c’è del male che emerge, e poi dice addio a queste persone e va per la sua strada. E cerchiamo sempre di essere rispettosi di questo aspetto.

La seconda stagione ha avuto un numero maggiore di personaggi, situazione che ha permesso agli autori di diversi un po’ di più, potendo dare spazio maggiormente ai conflitti e all’umorismo tra i personaggi. Nelle puntate si è potuto dare spazio alla pseudo-famiglia di Reacher e il romanzo alla base era un po’ diverso dagli altri perché il protagonista collabora con persone con cui ha già lavorato in precedenza.
Lo showrunner è particolarmente orgoglioso della sequenza con l’elicottero presente nel season finale, realizzata grazie all’aiuto del team della produzione e delle incredibili controfigure.

Santora ha poi spiegato che alcuni mesi prima dell’inizio delle riprese era stato scelto un altro attore per il ruolo di Langston, che ha poi dovuto rinunciare a causa di impegni precedenti. La scelta è quindi stata di ingaggiare Robert Patrick, con cui aveva collaborato in occasione di Scorpion. Dopo averlo coinvolto, Nick si è reso conto che era presente una battuta pronunciata da Linda Hamilton, interprete di Sarah Connor, in Terminator. Lo showrunner è stato un po’ in crisi perché temeva che la presenza nello script, finito mesi prima, avrebbe potuto avere un effetto sbagliato negli spettatori:

Ci ho pensato e l’ho lasciata lì, e a tutti sembrava piacere. Si tratta semplicemente di qualcosa di divertente per il pubblico. E la verità è che, nel mondo di Reacher, Robert Patrick, l’attore che era in Terminator, non esiste. Lui è una persona diversa. Nel nostro show è Langston.

Nick ha quindi parlato di come Toronto si presti bene per girare scene che nella serie sono ambientate a New York, anche grazie al fatto che nella città canadese ci sono molte persone di origine italiana, elemento che ha portato anche a un aspetto molto caratteristico dei quartieri in cui abitano. Gli elementi architettonici ricordano infatti quelli che possono essere visti a New York.

Lo showrunner ha infine condiviso la sua speranza che Reacher, come accaduto in precedenza con le sue serie Prison Break e Scorpion, duri almeno quattro stagioni.

Che ne pensate? Sperate vengano realizzate 4 stagioni della serie Reacher?

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Fonte: The Hollywood Reporter

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