La recensione della prima stagione di Heartstopper, disponibile su Netflix

Quando si parla di rappresentazione seriale dei tumulti adolescenziali, uno dei primi titoli che si affacciano alla nostra mente è Euphoria. Col suo successo planetario, la serie di Sam Levinson ha da subito puntato a sconvolgere il pubblico, dipingendo i suoi giovanissimi protagonisti con tinte forti e scabrose; un ritratto vivido, spesso conturbante, fortemente sessualizzato e a tratti volutamente sgradevole.

Viene quasi automatico contrapporre, per contrasto, la sopracitata Euphoria e la nuovissima Heartstopper, tratta dall’omonimo fumetto di Alice Oseman. Nel seguire la nascita del legame tra il quindicenne gay Charlie (Joe Locke) e il poco più anziano Nick (Kit Connor), la serie schiva con precisione chirurgica qualsiasi pruriginosità. È un mondo di tinte tenui, quello di questa piccola parabola liceale; a ribadirlo, intervengono interventi grafici che rimandano al mondo dell’animazione tradizio...