Esiste, e l’avevamo già rilevato in passato, una sorta di filo rosso che lega inevitabilmente Preacher e American Gods. Probabilmente non nelle origini delle due opere, che peraltro non condividono nemmeno il medium di appartenenza, ma qualcosa che emerge naturalmente nel momento in cui entrambi gli adattamenti vedono la luce nello stesso periodo. Ancora stavolta ci troveremo di fronte a qualcosa che richiama in qualche modo una visione cristologica spogliata di ogni sacralità, ridotta alle sue componenti più profane e concrete, secondo un processo di “mortificazione” che se non lascia basiti – poi dipende dalla sensibilità di ognuno di noi – quantomeno sorprende.

Nell’universo di American Gods il valore della divinità trascende qualunque confine tra idolatria e fede. Esistono figure sovrannaturali che emergono secondo necessità e alle quali le persone si affidano dando loro potere. Nel mondo di Preacher il sovrannaturale esiste – ci sono i vampiri! – ma per quanto ne possi...