La recensione della sesta stagione di SKAM Italia, disponibile su Netflix

Bastano pochi secondi per venire travolti ancora una volta dal linguaggio di SKAM Italia. Arrivati alla sesta stagione ancora non si è abituati a come gran parte delle interazioni tra i suoi protagonisti suonino diverse rispetto a tutto quello che viene fatto in Italia. Il modo in cui si muovono e parlano i personaggi, ma soprattutto i loro errori sciocchi e le emozioni incontrollate, sono scritti da chi quel mondo lo conosce molto bene. Sono moltissimi i titoli che possono essere affiancati per contrasto (uno tra tutti Mia, il film di Ivano De Matteo che condivide lo stesso spirito realistico di denuncia, ma non la stessa finezza). Quasi nessuno suona spontaneo, vivo e vero come SKAM.

Tiziano Russo dirige la sesta stagione uniformandosi a quanto già fatto, propone una regia funzionale a immergersi nel microcosmo fatto di scuola, discoteche, case e parchetti. Più impegnativo invece il lavoro in sceneggiatura fat...