La fantastica signora Maisel ruota tutta attorno a un microfono. Miriam (Rachel Brosnahan) sale su un palco e da come lo sfiora si capisce come andrà la performance. Quell’oggetto è un amplificatore di una voce femminile che sembra venire dal 2000 costretta troppo a lungo nel silenzio degli anni ’60.

La straordinaria serie creata da Amy Sherman-Palladino tiene insieme entrambe le anime, antica e moderna. È fatta di: casa, famiglia e stand-up comedy. Insomma: Midge Maisel.

Sappiatelo, l’impatto sulla psiche per chi inizia a vederla è devastante: la serie insegna infatti a farsi guardare come la sua protagonista osserva il suo piccolo, grande, mondo. Così, anche chi è meno attento a queste cose (come chi vi scrive) inizia improvvisamente a ragionare così: prima si guardano i vestiti. Grande segnalatore della personalità di chi si ha davanti. Poi le piccole\grandi idiosincrasie degli interlocutori. Subito dopo il ritmo frenetico del discorso e solo alla fine si pensa a quello che si è sentito. 

Una trasformazione che difficilmente si potrà vivere allo stesso modo in un’altra serie, ora che questa si avvia alla conclusione. Di Midge ce n’è una sola.

Esploriamo quindi cinque ragioni per cui La fantastica signora Maisel è veramente una serie che si merita il termine “fantastica”. 

La fantastica signora Maisel Milo Ventimiglia

Una serie su una comica… che fa ridere!

Dicevamo che Midge Maisel spara parole a raffica. Riceve indietro un getto altrettanto potente. Dialoghi frenetici fino a sovrapporsi. È tutto ritmo, interpretazione, e ancora ritmo. Proprio come una battuta: non importa quello che si dice, quello che conta per strappare una risata è soprattutto come la si dice!

La fantastica signora Maisel rischiava di cadere nell’errore che potremmo chiamare “leggere ad alta voce le vignette divertenti non fa ridere”. In altri termini: scrivere un pezzo di stand up di finzione, in un contesto di finzione, è facile quando il personaggio deve fare fiasco in scena. Quando invece il numero funziona e il pubblico interno alla scena ride a crepapelle, anche il pubblico vero deve, per lo meno, sorridere. 

Così la serie si premura sempre di non lasciare la sua protagonista da sola a fare il suo pezzo. Crea invece sempre un contesto ad ogni esibizione. Può essere una posta in gioco alta (il numero deve funzionare o sono guai), ma il più delle volte è comico il modo in cui Midge arriva di fronte al microfono. Sapere cosa c’è dietro, quali sono i riferimenti delle battute, contamina la comicità da stand-up con quella situazionale.

E poi c’è Rachel Brosnahan, attrice con il dono pazzesco di misurare e aumentare o diminuire a piacimento la sua capacità di fare arrivare le battute (per di più scritte da altri e riprese sul set “a freddo”).

Una nuova donna con un nuovo sogno americano

Una casalinga ebrea, single, di New York sogna lo stesso sogno anticonformista dell’ex marito: diventare una stand-up comedian. Midge è ispirata all’attrice e comica Joan Rivers e Lenny Bruce è realmente esistito. La finzione può però deliziarci permettendo di sognare una donna di oggi, emancipata, in un’epoca antica. Una polveriera pronta ad esplodere, dall’aspetto elegante e dai modi posati.

La Fantastica Signora Maisel

Che bella la sua testardaggine. Quanto è difficile trovare, al di fuori del contesto supereroistico, un carattere così pieno di vita che sprizza energia ed esaltazione anche nelle peggiori difficoltà. E quanto è facile riconoscersi nei suoi caricaturali personaggi. Era importante scrivere bene la donna protagonista, ma altrettanto era farlo sui desideri di Joel, il marito che mette più volte i bastoni fra le ruote senza diventare un villain. Si può simpatizzare per lui. 

La fantastica signora Maisel è piena di adrenalina “positiva”, di energia che può trasmettere, anche se ha un aspetto da calda serie da vedere per rilassarsi dopo una lunga giornata. Quando si capisce che quel microfono dà a Midge una voce per raccontare a modo suo la sua storia di donna single, il peso di ciò che viene amplificato attraverso quell’oggetto aumenta. 

Tutta un’altra musica

Talvolta è come se al cinema ci fossero delle mode di utilizzo della stessa canzone. La si ascolta in un film e, nel giro di un paio d’anni, viene utilizzata ovunque. Ci sono poi tanti cliché musicali: un brano può inquadrare immediatamente un decennio. Una canzone triste ci commuove, quella felice serve per accompagnare il momento positivo. Che banalità!

Le scelte musicali di La fantastica signora Maisel sono invece raffinatissime. C’è un lavoro di scoperta sonora che da solo vale tutta la serie. Ascoltatela, sarà molto difficile trovare qualcosa di già sentito usato in un modo già visto. Il montaggio poi costruisce i momenti di musica senza farli prevalere, i titoli di coda invece sono impossibili da skippare.

Il sonoro è importante quasi quanto…

I costumi: dimmi come ti vesti e ti dirò che carattere hai

Si può guardare una serie solo per i costumi anche se, prima di allora, non ci si è mai interessati ai vestiti? Sì, perché in La fantastica signora Maisel ogni abito è un’esplosione di creatività. Sono un elemento che traccia una linea piuttosto netta, c’è chi è elegante, chi lo è a metà e chi non lo è. Questa apparente semplicità nel creare gruppi viene però compensata dalla capacità di costruire un parallelo tra ciò che è indossato e il carattere di chi lo veste.

Midge attraversa con eleganza e decenza tanti momenti difficili. La micro società che si crea alle Catskills manifesta la voglia di godimento rilassato attraverso le scelte di stile. Susie invece veste con uno stile maschile. È come la sua giacca: scura, ruvida, dura e calda quando serve. 

Maisel New York

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Il quinto motivo per cui La fantastica signora Maisel è così speciale ci viene offerto dai comprimari. Inutile soffermarsi sulla profondità dello studio del personaggio che Rachel Brosnahan offre con la sua interpretazione. Intorno a lei ci sono però i già citati Susie e Joel, che le permettono duetti e le donano brio. Un passo più indietro ci sono Abraham e Rose, Moishe e Shirley che funzionano come personaggi delle sitcom. 

Shy Baldwin, Lenny Bruce, Benjamin Ettenberg, Sophie Lennon sono così ben scritti che vanno a segnare un’intera stagione. Girano tutti intorno alla protagonista godendo di luce riflessa, ma sono in grado anche di dargliela in ritorno. Sono loro infatti che fanno cambiare Midge in maniera definitiva pur facendole mantenere il suo spirito giocoso e solare. 

La fantastica signora Maisel non è ancora finita, e già un po’ ci manca.

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