Nonostante sia passato poco più di un anno dalla messa in onda di Harry Potter 20th Anniversary: Ritorno ad Hogwarts, asciugatevi le lacrime perché in casa Warner Bros. Discovery è già tempo di reboot. La notizia è ufficiale: Warner Bros. TV produrrà una serie tv su Harry Potter che andrà in onda sulla piattaforma streaming MAX

Un’indiscrezione inaspettata e sorprendente trapelata una settimana fa, che ha lasciato i fan divisi fra timore, eccitazione, rabbia e curiosità. Vista l’eredità cinematografica ancora molto recente, l’idea di un rifacimento della saga è rischiosa ma allo stesso tempo intrigante, soprattutto per i lettori, che nel corso degli anni hanno più volte subito la delusione di non vedere trasposte sullo schermo intere pagine dei libri. 

Tralasciando per il momento le grandi narrazioni omesse, in questo articolo vogliamo concentrarci su tutte quelle piccole scene non abbastanza significative da essere inserite nei film, ma che in una serie tv potrebbero contribuire a dare profondità e significato alla storia. Stando ai rumors ci aspettano sette stagioni da riempire, quindi ecco sette momenti, uno per ogni libro, che ci piacerebbe vedere adattati. Ovviamente SPOILER per i non lettori.

HP e La Pietra Filosofale

Harry Potter e la Pietra Filosofale: l’iconico primo capitolo

Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di affermare di essere perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.”

Inizia così il primissimo capitolo della saga di Harry Potter, con una descrizione diventata ormai celebre non del protagonista ma piuttosto dei suoi primi antagonisti. Per introdurci al suo universo Rowling sceglie infatti di raccontare una normale giornata del signor Dursley, tra il lavoro nell’azienda di trapani e il ritorno a casa dalla moglie Petunia e il figlio Dudley. La banale quotidianità dell’uomo viene però intaccata da alcune circostanze bizzarre: un gatto che “legge” una cartina, notiziari che commentano l’avvistamento di gufi e la presenza di folti gruppi di individui vestiti in modo strano che bisbigliano il nome “Potter”.

Nel pantheon dei personaggi creati dalla scrittrice inglese i Dursley non sono certo i più affascinanti, ma utilizzarli come biglietto da visita della storia ha lo scopo di mostrarci l’ordinario che di lì a poco verrà abbandonato per lo straordinario. Il primo film della saga (che inizialmente aveva un montaggio di tre ore) ha adattato solo la parte finale di questo primo capitolo, e per quanto la sequenza sia cinematograficamente più suggestiva, la serie tv potrebbe decidere di raccontare fin da subito la perfetta fusione fra elementi magici e non magici, da sempre uno dei tratti distintivi più amati di questo universo.

Harry Potter serie tv

Harry Potter e la Camera dei Segreti: la Festa di Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa

Negli adattamenti i primi film sono solitamente i più fedeli al materiale originale, e Harry Potter non fa eccezione. Sia il primo che il secondo libro hanno una trama abbastanza semplice e lineare rispetto ai romanzi futuri, e questo ha permesso l’inclusione di quasi tutti i dettagli narrativi cruciali. Ad essere state tagliate sono perlopiù piccole scene o particolari bizzarri, e tra questi possiamo contare la Festa di Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa

Nel libro Harry promette avventatamente di partecipare come ospite d’onore alla festa per il 500° anniversario della morte del fantasma di Grifondoro, costringendo i suoi amici a saltare il banchetto di Halloween per accompagnarlo. L’assurda ricorrenza, che vede tra gli invitati altri celebri fantasmi di Hogwarts come Mirtilla Malcontenta e la Dama Grigia, comprende un’orchestra dagli strumenti scordati, cibo rancido e una partita di Polo con le Teste organizzata dalla Caccia dei Senzatesta. Sebbene nel libro dia il nome ad un intero capitolo, nel film questa tetra celebrazione è stata giustamente rimossa, mentre in un episodio televisivo sarebbe una parentesi surreale irresistibile e potrebbe allo stesso tempo fornire maggiori dettagli sui fantasmi del castello. 

Harry Potter serie tv

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban: il torneo della Coppa di Quidditch

Dopo il magistrale lavoro di Chris Columbus, con il terzo film la regia passa ad Alfonso Cuarón, che conferisce all’opera un tono esteticamente più interessante e maturo, introducendo anche alcuni elementi originali (come il coro di Hogwarts o le Testoline Parlanti) che al tempo furono apprezzati anche dalla stessa Rowling. Il film del 2004, pur essendo l’adattamento più amato e l’ultimo a rispettare quasi fedelmente il romanzo originale, non è però esente da tagli imperdonabili, come la totale cancellazione della storia dei Malandrini.

Una riduzione altrettanto sofferta è anche quella relativa alle scene di Quidditch, che da centrali nei primi due film inizieranno ad assumere un ruolo sempre più marginale, fino quasi a scomparire negli ultimi adattamenti. Nel terzo film infatti il torneo per la Coppa di Quidditch di Hogwarts si intravede appena, mentre nel libro gli viene dato molto più spazio: limiti narrativi e di budget hanno impedito lo sviluppo di questo aspetto della storia, ma una serie potrebbe invece optare per una maggiore spettacolarizzazione dello sport più amato dai maghi. 

Harry Potter serie tv

Harry Potter e il Calice di Fuoco: i Weasley al n°4 di Privet Drive

Con un arricchimento di personaggi, ambientazioni e sottotrame, Il Calice di Fuoco è il primo film che maggiormente si distacca dalla base letteraria, e per la prima volta la conta delle scene che mancano all’appello sale considerevolmente: si va da semplici dettagli di caratterizzazione (l’attivismo di Hermione per i diritti degli Elfi Domestici) a sequenze barbaramente mozzate (la Coppa del Mondo di Quidditch), fino all’assenza totale di intere porzioni di storia (i flashback sulla famiglia Crouch).

In mezzo a tutte queste pagine strappate dall’adattamento c’è però un piccolo episodio, non particolarmente importante ma piuttosto esilarante: Arthur, Fred, George e Ron Weasley pensano bene di andare a prendere Harry a Privet Drive, ma nel tentativo di arrivare tramite la Metropolvere, i quattro finiscono bloccati dietro il caminetto elettrico dei Dursley e dovranno liberarsi a forza di colpi magici, distruggendo il perfetto salotto di zia Petunia. La scena, oltre ad essere un momento di leggerezza, sarebbe un’occasione perfetta per approfondire le differenze fra le due famiglie di Harry, quella di sangue e quella adottiva.

Harry Potter serie tv

Harry Potter e l’Ordine della Fenice: l’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche

Stando alle indiscrezioni l’eventuale serie tv su Harry Potter prevederebbe una stagione per ogni libro, e se per i primi quattro la strategia potrebbe funzionare, il quinto rappresenterebbe una sfida complessa. Con le sue 800 pagine, Harry Potter e l’Ordine della Fenice è il romanzo più lungo della saga ed è stato il più difficile da adattare per il grande schermo. Gli elementi modificati, semplificati e tagliati del tutto sono tantissimi, eliminati anche solo per evitare di appesantire la narrazione. 

È il caso della lunga sequenza ambientata all’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche, un luogo del Mondo Magico che purtroppo nei film non vediamo ma che racchiude una delle scene più struggenti della saga. In seguito all’attacco del serpente Nagini, il signor Weasley viene ricoverato all’ospedale magico londinese, dove Ron, Harry ed Hermione gli fanno visita durante le vacanze di Natale. Il trio finisce al piano sbagliato (a chi non succede negli ospedali) ed è nel reparto per lesioni magiche permanenti che incontrano prima l’ormai smemorato Gilderoy Allock, ma soprattutto Neville Paciock, che accompagnato dalla nonna fa visita a sua madre e suo padre, torturati fino alla pazzia da Bellatrix Lestrange. È un momento straziante che i film hanno tralasciato e che regala uno sguardo sulla tragica storia di Neville e sul sacrificio che i suoi genitori, proprio come quelli di Harry, hanno compiuto nella lotta contro Voldemort.

Harry Potter serie tv

Harry Potter e il Principe Mezzosangue: il Primo Ministro Babbano

Considerata l’enorme quantità del materiale originale, possiamo ammettere che nel complesso il processo di adattamento della saga di Harry Potter sia riuscito a mantenere un buon livello di equilibrio tra la fedeltà ai libri e la durata dei singoli film. Tuttavia le scelte di sceneggiatura di alcuni capitoli riguardo cosa inserire e cosa trascurare sono perlomeno discutibili. Il Principe Mezzosangue è un libro più breve rispetto al suo predecessore, e ciò nonostante i tagli messi in atto sono ancora oggi una ferita aperta nel cuore dei lettori, che non hanno perdonato al team creativo di aver in sostanza tradito l’anima stessa del romanzo, eliminando quasi del tutto i ricordi di Silente sulle origini di Tom Riddle

Fino ad ora abbiamo però parlato di eventi minori ma non per questo meno interessanti, ed un momento simile è presente anche nel sesto libro. Come per La Pietra Filosofale, anche qui J.K. Rowling decide di affidare il racconto di un primo capitolo al punto di vista di un babbano, nello specifico il Primo Ministro inglese, che una sera riceve la visita del Ministro della Magia Cornelius Caramell che lo informa del ritorno di Colui Che Non Deve Essere Nominato. È un capitolo brillante e pieno di rivelazioni sui rapporti fra il Mondo Magico e quello Babbano, che Rowling utilizza anche come una sorta di riepilogo degli eventi. Il dialogo è perfetto sulla carta, ma come scena d’apertura al cinema avrebbe rischiato di spezzare il ritmo e la continuità con il film precedente. Da questa scena la serie tv potrebbe però realizzare un cosiddetto “Bottle Episode”, un episodio circoscritto al mondo babbano che vada a sviscerare maggiormente questo aspetto affascinante della saga.

Harry Potter serie tv

Harry Potter e i Doni della Morte: il litigio fra Harry e Lupin

Per rendere giustizia al suo capitolo finale, nel “lontano” 2009 i vertici Warner Bros. decisero di fare ciò che per anni si erano ripromessi di non fare mai: l’ultimo libro sarebbe stato diviso in due parti. Una scelta legata a ragioni commerciali più che artistiche, ma che si rivelò azzeccata vista la densità della storia e la varietà delle ambientazioni. Maggiore minutaggio però non significa necessariamente maggiore fedeltà, e infatti gli ultimi due film sono quelli che più di tutti contano aggiunte e modifiche sostanziali, spesso anche molto positive (pensiamo all’addio di Hermione alla sua famiglia). 

C’è però un breve estratto del libro, per molti forse inutile, ma che al contrario conferisce spessore ad uno dei personaggi migliori e più bistrattati dai film. Stiamo parlando di Remus Lupin, che dopo la fuga dalla Tana riesce a raggiungere il trio nel nascondiglio a Grimmauld Place, desideroso di aiutarli nella loro missione per distruggere Voldemort. L’ex professore sta però in realtà fuggendo dalle sue responsabilità di marito e padre ed Harry, adottando una strategia da psicologia inversa, lo spinge a tornare dalla moglie incinta Tonks. Prima di morire Lupin riuscirà a ringraziare il suo ex alunno per la sua durezza ed a chiedergli di fare da padrino a suo figlio, chiudendo così un cerchio per Harry, che da adulto riuscirà a prendersi cura di un bambino orfano come lui.

Se queste piccole parentesi narrative sono state comprensibilmente lasciate a terra nella sala del montaggio, non si può dire altrettanto per altre storylines: da anni i fan chiedono a gran voce una serie tv sui Malandrini o un film sulla famiglia di Voldemort, oppure ancora degli spin-off che vadano oltre gli eventi narrati nei libri. La stessa saga di Animali Fantastici e Dove Trovarli sta tentando di portare sullo schermo la storia di Albus Silente, ma i risultati al botteghino fanno purtroppo presagire un abbandono prematuro del progetto.

Una cosa è certa: il Wizarding World è un universo talmente ricco e dettagliato da poter generare materiale narrativo potenzialmente infinito, sia che si scelga di tornare indietro su trame già raccontate o di ampliare orizzonti solamente intravisti. La sfida non è cosa adattare ma come adattare, e tra le due formule c’è una gran bella differenza. 

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