La sfida maggiore che i Marvel Studios, la regista Cate Shortland e il tutto team creativo di Black Widow hanno dovuto affrontare è stata sicuramente quella di dare forma a un film dedicato a un personaggio che tutti noi abbiamo visto morire in Avengers: Endgame e che, nonostante questo, doveva essere essere percepito come rilevante dal pubblico.

La regista ne ha discusso con ComicBook al quale ha spiegato:

Kevin Feige ne ha parlato fin dal principio. Ne abbiamo parlato anche se sapevamo quello che poi le sarebbe accaduto in Avengers: Endgame: dovevamo comunque avvertire la sensazione che fosse in pericolo e, in riferimento allo scontro con Taskmaster sul ponte, volevamo che fosse davvero cruento. Ho continuato a pensare alle donne che vengono aggredite per strada e, per questo, abbiamo reso quel segmento particolarmente crudo, in modo tale che le persone potessero in una qualche maniera relazionarcisi. Non era il classico scontro fra supereroi. Era Natasha che lottava per la sua stessa vita che è un po’ lo spirito che attraversa tutto il film.

BLACK WIDOW: LA TRAMA

Nel film, quando viene alla luce un pericoloso complotto, Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato dietro di sé molto prima di diventare un Avenger.

Il film vede nel cast la presenza di Scarlett Johansson, che torna a interpretare Natasha Romanoff/Black Widow (Vedova Nera), Florence Pugh nei panni di Yelena, David Harbour in quelli di Alexei/The Red Guardian e Rachel Weisz interpreta Melina.

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