Chi spera ancora in un adattamento cinematografico firmato Guillermo del Toro di Le montagne della follia, il noto romanzo horror di Howard Phillips Lovecraft, potrebbe sentirsi adesso anche più legittimato a sognare considerato quello che il regista messicano ha diffuso qualche ora fa su Instagram.

Il filmmaker premio Oscar ha difatti pubblicato il test footage in computer grafica che la Industrial Light and Magic aveva realizzato, circa dieci anni fa, proprio per il film di Le montagne della follia che, all’epoca, il regista aveva in cantiere insieme alla Universal.

Nella breve clip, che trovate qua sotto, potete assistere al poco felice incontro che uno degli esploratori recatosi per delle ricerche al Polo Sud ha con uno degli Antichi (il cui design appare differente da quello descritto nell’opera letteraria).

Ma perché dopo tutto questo tempo si continua ancora a parlare di questo progetto mai decollato? È molto semplice: perché il primo a non aver gettato mai del tutto la spugna è proprio del Toro. Facciamo il punto della situazione.

Le montagne della follia: perché Guillermo del Toro non è mai riuscito a girarlo?

Guillermo del Toro ha inseguito per anni e anni il sogno – o l’incubo? – di un adattamento cinematografico di Le montagne della follia e una decina abbondante di anni fa, tutto sembrava pronto a partire. C’era un protagonista di richiamo, Tom Cruise, un budget di tutto rispetto, 150 milioni, James Cameron alla produzione e la ILM per gli effetti. Poi però la Universal decise di non dare il via libera al progetto, principalmente a causa dei timori collegati al rating della pellicola. Del Toro puntava a un lungometraggio Vietato ai Minori e lo studio era terrorizzato dal fatto che i costi non sarebbero mai stati recuperati (ECCO TUTTI I DETTAGLI).

Ma c’è dell’altro. A tarpare le ali del progetto ci si era messo anche Prometheus, il prequel/spin-off di Alien diretto da Ridley Scott. È stato proprio del Toro a ragionare sulla cosa esattamente un decennio fa spiegando che i due film:

Hanno la stessa premessa. Delle scene che sarebbero quasi identiche. Entrambe le pellicole paiono condividere dei pezzi di set e la medesima GRANDE RIVELAZIONE finale che naturalmente non spoilererò. Le riprese di Prometheus sono partite proprio nel momento in cui stavamo cominciando la preproduzione di Pacific Rim e già il titolo mi ha fatto pensare, considerati i legami che lo stesso Alien intratteneva con Lovecraft e il suo romanzo. Questa volta, a decenni di distanza dal primo film e con un budget decisamente ingente usato da Scott, credo che l’utilizzo della mitologia greca nel titolo del film vada proprio ad alludere a quegli aspetti creazionisti trattati da Howard Phillips Lovecraft. Penso di avere ragione in tal senso e, in quanto fan della fantascienza, sono davvero contentissimo di poter vedere un’altra opera sci-fi di Ridley Scott anche se andrà a imporre una lunga pausa – se non a mettere a morte certa – l’adattamento delle Montagne della Follia.

Ecco perché non è ancora detta l’ultima parola

Dal 2012 a oggi sono però accadute molte cose, tanto a Guillermo del Toro quanto all’industria dello spettacolo e del cinema in senso generale.

Cominciamo dal regista che ora, oltre alla stima della critica e del pubblico, può anche vantare l’Oscar per la Miglior regia vinto grazie a La forma dell’acqua (che, in totale, ne ha agguantati ben quattro: miglior film, miglior regista, migliore scenografia e migliore colonna sonora). A Hollywood, un regista premiato dall’Academy ha un potere contrattuale decisamente superiore della media. Un potere che nel 2012 l’autore messicano non aveva ancora.

Poi c’è la questione streaming, quella collegata al peso sempre maggiore che le piattaforme stile Netflix stanno assumendo, la necessità che questi player hanno di arricchire il bouquet della loro offerta con contenuti di richiamo realizzati e interpretati dai nomi più “pesanti” dell’industria. Producendo, magari, opere che le major classiche non finanziano più per una lunga serie di ragioni. Non a caso, è stato proprio Guillermo del Toro a rivelare, nel dicembre del 2021, di aver effettivamente proposto alla poc’anzi citata Netflix una versione “più esoterica e strana” di Le montagne della follia.

Il filmmaker lo ha fatto fatto perché, oggi come oggi, il suo approccio al lungometraggio non sarebbe lo stesso di dieci anni fa:

La questione con Le montagne è che la sceneggiatura che ho scritto 15 anni fa, non è la stessa che farei oggi per cui avrei bisogno di riscriverla. Non solo per ridimensionarla in qualche maniera, ma più che altro perché al tempo stavo cercando di piazzare su quella scala degli elementi che sarebbero passati attraverso i macchinari dello studio. Potrei andare in una direzione più esoterica, strana, piccola se vogliamo. Potrei recuperare alcune delle scene che avevo dovuto accantonare. Non ho più bisogno di alcuni imponenti set pieces che avevo elaborato perché sono finito per farli in altri film. Percorrerei una direzione decisamente più strana. Il finale che abbiamo, dal mio punto di vista, è uno dei più intriganti, bizzarri e inquietanti. Ci sono almeno quattro momenti decisamente horror che adoro nella sceneggiatura originale.

Nel 2020, quando stava per rimettersi rimettersi al lavoro su Nightmare Alley dopo lo stop alle riprese causa COVID, aveva anche raccontato un curioso aneddoto locecraftiano. Aveva detto che, sulla sua mano, porta sempre un anello della Miskatonic University, l’università fittizia partorita dalla mente di Lovecraft che si trova nell’altrettanto immaginaria e inquietante città di Arkham. Un anello che si leverà solo quando riuscirà effettivamente a girare Le montagne della follia.

Vale anche la pena notare che il rapporto fra Guillermo del Toro e Netflix è molto stretto. Il regista ha in uscita, a dicembre, un Pinocchio in stop-motion (GUARDA IL TRAILER) prodotto proprio dal colosso di Los Gatos. Mentre è già disponibile in streaming su Netflix La stanza delle meraviglie di Guillermo del Toro una collezione di storie horror di cui del Toro ha curato soggetto e produzione. Due di queste, Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata, sono tratti da due racconti brevi di H. P. Lovecraft.

Le montagne della follia, la sinossi

Per chi non la conoscesse, riportiamo, grazie ad Amazon, la trama del romanzo di Lovecraft:

Antartide, ultimo inesplorato luogo della Terra. Una spedizione di studiosi guidati dal professor Lake in viaggio verso il Polo Sud fa una scoperta sensazionale: ai piedi di una catena montuosa di ciclopiche dimensioni, sepolti in una caverna nel ghiaccio, giacciono degli esseri mostruosi. Ma i ricercatori hanno appena il tempo di avvisare del loro ritrovamento il campo base che le comunicazioni si interrompono. Una seconda spedizione inviata in aiuto troverà solo i cadaveri degli scienziati e dei cani. Delle strane creature nessuna traccia. Cos’è successo? Per scoprirlo due uomini, il narratore e il giovane Danforth, partono verso l’ignota distesa bianca che si profila oltre le inquietanti, immense montagne della follia, dove dovranno misurarsi con i segreti di un passato sconvolgente e inconcepibile. Quello stesso tempo di magia nera e di insondabili misteri con cui si confronta Charles Dexter Ward – personaggio fortemente autobiografico -, anch’egli protagonista, nel secondo racconto ricompreso in questo volume, di un pellegrinaggio nella sfera proibita dell’Eterno e dell’Assoluto.

Vi ricordiamo che la redazione di BadTaste è anche su Twitch!

I film e le serie imperdibili

Classifiche consigliate