L’attore e produttore Luca Barbareschi è al momento al Festival del Cinema di Venezia per promuovere The Palace, l’ultimo film di Roman Polanski, e in occasione di un’intervista con Deadline ha parlato delle polemiche scatenate dalla decisione di inserire il film nel programma del festival.
Polanski, ricordiamo, è diventato una figura controversa, specialmente per gli Stati Uniti, dopo il caso di presunte molestie e stupro di una tredicenne negli anni Settanta.
“So la verità” ha spiegato Barbareschi. “Ero lì nel 1975 e nel 1976. Credo che non abbia stuprato nessuno. Era un uomo molto sexy e le donne gli correvano dietro“.
Ha poi aggiunto:
Non posso parlare a nome di Roman, ma gli anni ’70 erano diversi. C’era sesso libero. Potrei essere spedito in carcere per quello che ho fatto a New York tra il 1974 e il 1980 con la logica del politicamente corretto di oggi.
Parlando delle accuse secondo cui Polanski avrebbe drogato la sua vittima ha aggiunto:
Roman non ha mai dato droghe a nessuno. Erano tutti fatti, si facevano di metaqualone. Era un’epoca completamente diversa. Conosco Roman e so che è l’uomo più gentile, e sottolineo gentile, che abbia mai incontrato in vita mia.
Sul fatto che The Palace non arriverà per questo in alcuni territori ha concluso:
Il film è stato venduto in Germania, Spagna, Russia, Israele, Polonia, Grecia, in molti posti in Europa ma non in America, Regno Unito, Australia o Nuova Zelanda. Non credo sarà venduto in America, lo trovo molto imbarazzante da parte loro.
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