Dopo il folgorante esordio alla regia di un lungometraggio avvenuto con District 9, Neill Blomkamp si è, come si suol dire, “perso un po’ per strada”. Prima è arrivato Elysium lo sci-fi con Matt Damon che, a dispetto del discreto incasso di 286 milioni a fronte di un budget (P&A escluse) di circa 115, non ha soddisfatto particolarmente né la critica né lo stesso Neill Blomkamp.

È stato proprio lui a dire del film, nel 2017, che:

Elysium è qualcosa che sento avrei potuto fare meglio. […] Ma mi piace ancora l’ambientazione che ho dato al film. L’idea della separazione tra le classi e di quell’anello separato da tutti gli altri è qualcosa che mi colpisce profondamente: in effetti, mi piacerebbe poter tornare indietro e fare un altro film ambientato nel mondo di Elysium, sarebbe una sfida. Credo che potrei fare un lavoro migliore nello stabilire le tematiche e nel rendere più chiare le motivazioni dei personaggi.

Poi l’effettivo tracollo è avvenuto nel 2015 con Humandroid (Chappie in originale), un fallimento critico e commerciale di cui però il filmmaker si dichiarava sostanzialmente soddisfatto nella medesima intervista del 2017 dalla quale abbiamo tratto la precedente dichiarazione circa Elysium (ECCO TUTTI I DETTAGLI).

Ora però, in una recente intervista rilasciata dal regista al Guardian durante la promozione stampa del suo nuovo lungometraggio, Demonic, è proprio Chappie a finire sul banco degli imputati in merito al fallimento del progetto relativo al sequel di Aliens – Scontro finale cui Neill Blomkamp è stato collegato per diverso tempo.

L’Alien di Neill Blomkamp: il punto della situazione

Sono passati diversi anni da quando abbiamo appreso che Neill Blomkamp avrebbe girato un nuovo capitolo della saga di Alien interpretato da Sigourney Weaver che si sarebbe andato a collegare direttamente agli eventi di Aliens – scontro finale, il seminale film diretto da James Cameron.

Ricordiamo che la saga di Alien ha avuto dei trascorsi recenti alquanto burrascosi specie perché Ridley Scott, nel corso del tempo, ha detto tutto e il contrario di tutto. Si è passati dal “dovremo mettere da parte gli alieni e parla della minaccia rappresentata dall’Intelligenza Artificiale” al “Personalmente credo che si debba parlare dell’evoluzione di questa bestia perché, dico sul serio, è il mostro migliore di sempre” passando per un “realizzerei altri Alien anche con la Disney se acquisterà la Fox”. Ed è stato proprio il regista britannico a staccare la spina del respiratore al progetto di Neill Blomkamp in cui avremmo rivisto, oltre alla Ellen Ripley di Sigourney Weaver anche Newt e Dwayne Hicks. Che, in Alien 3 di David Fincher, scoprivamo essere morti.

Nella chiacchierata fatta dal filmmaker col Guardian scopriamo che, a suo modo di vedere, è stato proprio il fallimento di Chappie ad aver – forse – portato il suo illustre collega Ridley Scott a staccare la spina al tutto.

Game over man, game over!

Il regista sudafricano naturalizzato canadese spiega al quotidiano inglese:

È possibile che Ridley Scott abbia visto Chappie e abbia pensato che il tizio dietro alla macchina da presa di quel film non era in grado di dirigere un nuovo Alien.

La sensazione di sentirsi sfilare via il tappeto da sotto i piedi, spiega il filmmaker, non è stata piacevole tanto che è stato a causa di questa spiacevole esperienza che ha poi deciso di non dedicarsi a più a lungometraggi collegati a proprietà intellettuali appartenenti a terzi nonostante l’essere stato per lungo tempo anche al lavoro sullo sviluppo di un nuovo RoboCop. Regia abbandonata nel 2019 proprio per dedicarsi a Demonic.

Nell’intervista, il regista parla anche di Sigourney Weaver che, nel corso del tempo, si è prima lanciata, nel 2016, in un’accorata difesa di Chappie dalle pagine di Collider e poi, nel 2017, in un’altrettanto appassionata difesa dell’Alien di Blomkamp che, all’epoca, non era stato ancora cancellato, ma accantonato per via della precedenza accordata dall’allora 20Th Century Fox e da Ridley Scott ad Alien: Covenant:

Mi sento anche male per Sigourney perché era davvero convinta di quello che avevo intenzione di fare. Mi pareva che, per il pubblico che amava Alien, ci fosse l’opportunità di dare vita a un nuovo film della saga interpretato da Sigourney, qualcosa che avrebbe saziato la sete di quelle persone che erano alla ricerca di un qualcosa che stavo ricercando anche io. La cosa strana è che mi pareva davvero quello che la gente desiderava ed è bizzarro perché la Fox non era solita rifiutare l’opportunità di fare soldi.

Il filmmaker specifica anche che, da quella volta, non ha mai più parlato con Ridley Scott perché una simile esperienza non può dare spazio alla ricucitura di eventuali strappi e lacerazioni:

Non si torna indietro da esperienze come questa.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

Classifiche consigliate