L’associazione dei produttori e degli studios AMPTP ha pubblicato ufficialmente le proposte avanzate al sindacato degli sceneggiatori WGA l’11 agosto, quando le trattative tra le parti hanno ripreso ad avere un ritmo giornaliero.

“La nostra priorità è quella di concludere lo sciopero, in modo che gli importanti membri della comunità creativa possano tornare a fare il loro meglio e concludere il momento difficile che così tante persone e attività che lavorano in quest’industria stanno affrontando,” ha dichiarato Carol Lombardini, che guida le negoziazioni da parte dell’AMPTP e che ha notificato in anticipo la WGA della pubblicazione di questa proposta.

La dettagliata lista (è una proposta di sei pagine) mostra numerose concessioni fatte dagli studios agli sceneggiatori, e sebbene abbia ormai circa due settimane (nel frattempo si sono svolte trattative, anche se sembra che non ci siano stati movimenti particolari in una direzione o l’altra) arriva a sorpresa dopo una giornata nella quale AMPTP, WGA e diversi CEO degli studios (tra cui Bob Iger della Disney, Ted Sarandos di Netflix, Donna Langley di NBCUniversal e David Zaslav di Warner Bros Discovery) si sono incontrati per fare il punto della situazione, e si ritroveranno nuovamente nel corso della settimana.

Tra i punti della proposta, viene affrontato ufficialmente il tema della trasparenza: l’AMPTP offre una “maggiore trasparenza sui dati con la condivisione trimestrale confidenziale di dati di ascolto con il totale delle ore visualizzate per titolo, informazioni che serviranno alla WGA per sviluppare proposte per ristrutturare l’attuale regime di compensi residuali per lo streaming”. Si affrontano anche altri temi caldi come il minimum staffing (il numero minimo di sceneggiatori per ogni produzione televisiva) e l’intelligenza artificiale. In quest’ultimo caso, l’AMPTP non ha proposto misure che impediscano l’utilizzo di materiale della WGA per “nutrire” l’AI, ma ha inserito garanzie sul fatto che qualsiasi materiale prodotto dall’AI generativa non verrà considerato “materiale letterario” e che il suo utilizzo non avrà alcun impatto su “compensazione e diritti” degli sceneggiatori.

Per quanto riguarda gli aumenti nei compensi, l’AMPTP propone lo stesso incremento del contratto recentemente stipulato con i registi della DGA, e cioè un 13% cumulativo: 5% nel primo anno, 4% nel secondo anno e 3.5% nel terzo anno, con un impiego minimo di 10 settimane (la WGA aveva chiesto 20 settimane).

È sul tema delle mini-room e del minimum staffing che gli studios non sembrano disposti a venire incontro alle necessità degli sceneggiatori, in particolare non sembra esserci apertura sulla necessità che gli sceneggiatori di basso livello possano accedere al set e imparare così a lavorare in una produzione acquisendo esperienza. Agli showrunner, però, verrà permesso di scegliere “almeno due sceneggiatori di medio livello che seguano la produzione, con un impiego minimo di 20 settimane”.

La risposta della WGA

Martedì sera, la WGA ha confermato di aver incontrato i CEO degli studios ma si è scagliata contro la proposta diffusa dagli stessi:

Abbiamo accettato l’invito a incontrarci e, in buona fede, ci siamo incontrati sperando che gli studios fossero seri nel voler tornare a lavorare. Invece, dopo 113 giorni di sciopero ci hanno letto una dichiarazione su quanto fosse buona la loro unica e sola controproposta.

L’incontro si è concluso senza accordi, e la controproposta è stata pubblicata a mezzo stampa 20 minuti dopo. Oggi la WGA dovrebbe spiegare più nel dettaglio la situazione, “e ci vedremo sui picchetti, in modo che gli studios si rendano conto cosa significa il potere dei lavoratori”.

Anche gli attori della SAG sono pronti a tornare al tavolo delle trattative

Intanto, lo sciopero degli attori del sindacato SAG-AFTRA ha superato i 40 giorni, e ieri in una mobilitazione congiunta con i colleghi della WGA il segretario Duncan Crabtree-Ireland ha invitato gli studios a tornare al tavolo delle trattative:

Ci sono conversazioni dietro le quinte, ma nulla di formale dall’AMPTP. C’è un dialogo, il cui obiettivo principale è farci tornare al tavolo delle trattative. Ma io credo che i CEO dei grandi studios debbano essere coinvolti, in modo da avere la certezza che questi contratti arrivino alla firma e tutto questo trasmetta quel grande senso di cambiamento necessario.

Crabtree-Ireland suggerisce che si possa trattare su quello che apparentemente è il tema che ha fatto scattare lo sciopero, e cioè la condivisione dei ricavi dello streaming:

Sembra che si siano fermati a questa cosa della condivisione dei ricavi. Una delle cose che io e Fran Drescher abbiamo detto ai CEO quando abbiamo parlato, il 12 luglio, è stata che quella era la nostra proposta di partenza, e che ci saremmo aspettati una trattativa, ma loro si sono rifiutati categoricamente. Nulla è successo per 35 giorni. Nessuno di noi si aspetti che la proposta rimanga invariata. Il principio di condivisione dei ricavi dello streaming è la cosa più importante, ma poi le meccaniche possono essere discusse. Quindi spero che il messaggio sia stato ricevuto e compreso.

Vi terremo aggiornati!

Fonte: Deadline, TheWrap

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