La dirigenza di WarnerMedia nei prossimi mesi cambierà in virtù della fusione con Discovery (ECCO I DETTAGLI), ma, almeno fino al primo quarto del 2022, le redini del gruppo resteranno in mano al “controverso” CEO Jason Kilar.

Il motivo dell’impiego di questo aggettivo per Jason Kilar si deve al fatto che è stato lui il principale artefice della nuova strategia della WarnerMedia adottata come risposta all’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus, una strategia che, a partire da Wonder Woman 1984, prevede l’arrivo di tutte le pellicole prodotte dalla Warner Bros e le varie etichette associate sia al cinema che in streaming su HBO Max (limitatamente agli Stati Uniti d’America ovviamente).

Una mossa quella del CEO di WarnerMedia che si è attirata addosso gli strali polemici di registi come Denis Villeneuve (che poi, come vi abbiamo spiegato in questo articolo, ha un po’ ammorbidito la sua posizione) e di Christopher Nolan. Con quest’ultimo la situazione si è talmente incrinata da giungere a un effettivo divorzio fra le parti: per la prima volta dai tempi di Insomnia, un suo film non verrà prodotto dalla Warner, bensì dalla Universal (ECCO TUTTI I DETTAGLI DELL’ACCORDO).

Riflettendo in retrospettiva sulla cosa, il CEO di WarnerMedia, intervenendo alla Vox Media’s Code Conference (via Deadline)

Sarò il primo a dire – e la responsabilità della cosa rimane sulle mie spalle – che, col senno di poi, avremmo dovuto prendere più tempo per avere le 170 conversazioni necessarie – è questo il numero di partecipanti alle pellicole del nostro listino del 2021. Abbiamo cercato di fare tutto in un periodo di tempo troppo compresso, meno di una settimana, perché sapevamo che ci sarebbero stati dei leak d’informazioni e tutti avrebbero detto la loro circa quello che avremmo o non avremmo dovuto fare.

Cosa ne pensate delle parole del CEO di WarnerMedia? Potete dire la vostra qua sotto!

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