La recensione di L’amore secondo Dalva, al cinema dall’11 maggio

Dall’equivocabile titolo (chi non ha pensato ad una commedia romantica?) proprio non si direbbe, ma L’amore secondo Dalva di Emmanuelle Nicot è a tutti gli effetti un dramma che tratta di argomenti atroci – pedofilia, incesto, manipolazione di minore – con una delicatezza e un tatto disarmanti, laddove il soggetto parrebbe appartenere al solito voyeurismo dell’orrore. È proprio per questo, l’intelligenza registica di Nicot (come dirige bene la protagonista) e una sceneggiatura finissima che L’amore secondo Dalva è senza dubbio uno dei migliori esordi degli ultimi anni.

Di fatto il film è costruito come un coming of age “al contrario”: una ragazzina, Dalva (Zelda Samson), compie un percorso di decrescita da un’età adulta arrivata presto e con una violenza inimmaginabile (è convinta di essere una donna, di amare il padre e che il sesso e l’amore siano la stessa cosa) a quella dei suoi effettivi dodici ann...