La recensione di Assassinio a Venezia, il terzo film di Kenneth Branagh tratto da Agatha Christie in cui interpreta Poirot

Finalmente un po’ di grazia! Dopo la brutalità meccanica delle ambientazioni di Assassinio sull’Orient Express e quella slavata, inutile e dozzinale di Assassinio sul Nilo, ora al terzo film tratto da Agatha Christie Kenneth Branagh si libera da molte costrizioni e molti paletti e trova finalmente una dimensione ricercata con gusto. Stavolta Poirot è a Venezia e di nuovo si trova in un ambiente chiuso da cui nessuno può scappare (un palazzo sul canal Grande durante una tempesta che impedisce a tutti di uscire) con l’inevitabile omicidio. È tutto un altro mondo rispetto all’ambientazione di Poirot e la strage degli innocenti, il racconto che dovrebbe fare da base all’azione stavolta, ma del resto è anche tutto un altro set di personaggi e un’altra trama rispetto alla carta.

Poirot è a Venezia perché non vuole più indagare, si è anche fatto una guardia del corpo (