La recensione di Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino al cinema dal 24 aprile

La pallina in Challengers fa STOCK! quando viene colpita dalle racchette degli atleti. È uno STOCK! che stura le orecchie, così forte e appuntito da essere violento, come una mazza chiodata che sfonda una parete di legno. È il primo incontro che si fa, vedendo questo film, con la sua dimensione fisica. Il suono in un film racconta il tatto e il sonoro di Challengers, tutto il sonoro, è curato come raramente capita di sentire. L’obiettivo, di concerto con tanti altri elementi, è di rendere la potenza del tennis, la violenza del tennis, la tensione e i muscoli di corpi comandati da volontà di ferro. Il sound design è architettato per avere l’impressione di avvertire il contatto. Il tennis è l’espressione di corpi giovani in tensione, di menti affilate che desiderano e vogliono conquistare. La pallina che fa STOCK! e sembra quasi ci colpisca in faccia con quel suono prima ancora di quando, sfrontata e ...